Superman si appresta a sorprendere gli spettatori con una scena post-credits che rompe con le convenzioni del Marvel Cinematic Universe. Il regista James Gunn, noto per la sua opera su Guardiani della Galassia, ha espresso l’intento di evitare gli errori del passato, fornendo un nuovo approccio più diretto e significativo a queste sequenze.
Un Nuovo Approccio alle Scene Post-Credits
In un’intervista a Entertainment Weekly, Gunn ha condiviso come la sua esperienza nel mondo Marvel lo abbia portato a riconsiderare l’uso delle scene dopo i titoli di coda. Ha citato un esempio emblematico da Avengers: Endgame: la scena in cui Thor, interpretato da Chris Hemsworth, sale sulla nave Milano per unirsi ai Guardiani della Galassia. Un’idea che lui stesso aveva criticato durante la scrittura, sentendo che il personaggio non fosse adeguato al contesto.
Libertà Creativa Contro Costrizioni Narrative
Il regista sottolinea l’importanza di mantenere la libertà narrativa evitando scene post-credits create solo per forzare collegamenti futuri, a discapito della coerenza della trama e dei personaggi. Le scene finali nel mondo Marvel sono ormai un marchio di fabbrica, usate per introdurre nuovi protagonisti o suggerire sviluppi successivi, imponendo rigidità alle trame e rendendo necessario giustificare connessioni che potrebbero deludere le aspettative del pubblico.
Riflessioni sui Passati Errori Narrativi
Gunn ammette di aver commesso degli errori in passato, ad esempio l’introduzione di Adam Warlock in Guardiani della Galassia Vol. 2 tramite una scena post-credits non ben pianificata. Questo personaggio, interpretato da Will Poulter, è stato solo accennato in quella breve sequenza, ma ha avuto uno sviluppo molto più ricco in Guardiani della Galassia Vol. 3, creando difficoltà ad integrarlo fluidamente nella narrazione principale. Come ha dichiarato il regista, sentirsi costretti a inserire elementi per mantenere promesse fatte al pubblico può diventare un vincolo piuttosto che una opportunità.
Un Finale Concreto e Non Solo Promettente
Tra le scene post-credits più amate firmate da Gunn, spicca quella del primo Guardiani della Galassia, che con umorismo e leggerezza presenta il personaggio di Howard il papero. Qui, il finale non cerca di costruire connessioni strategiche per il futuro, ma offre un momento di sorpresa e divertimento, arricchendo il film senza compromettere la narrazione.
Per Superman, Gunn ha promesso una scena post-credits che non servirà unicamente a generare tensione per un sequel, a meno che non riesca a farlo in modo efficace e coerente con la storia. Il film, in arrivo nei cinema italiani il 9 luglio, includerà quindi una sequenza che si discosterà nettamente dai modelli Marvel, mirata a completare l’esperienza cinematografica attuale, lontana da pressioni esterne o insistenze per il seguito.
Una Scelta Coraggiosa per una Narrazione Libera
Gunn invita il pubblico a scoprire in sala come abbia scelto di gestire questa componente del film, segnando un tentativo di rinnovare un formato che, negli ultimi anni, è diventato uno standard, spesso mal utilizzato. Questa scelta rappresenta un passo significativo verso un tipo di narrazione che desidera rappresentare, meno vincolata a spin-off obbligatori e più libera.
Dopo l’uscita nelle sale, si potrà finalmente capire se questa nuova visione avrà convinto il pubblico, abituato a scene post-credits cariche di colpi di scena e promesse future. Gunn ha deciso di cambiare registro, e ci mostrerà cosa si può realizzare con una scena finale pensata soprattutto per il presente del film, piuttosto che per il suo futuro.
La scelta di James Gunn di distaccarsi dalle tradizionali scene post-credits mi entusiasma e mi fa riflettere. Sarà in grado di catturare l’attenzione del pubblico senza facili colpi di scena? Spero vivamente che questa decisione porti a una narrazione più profonda e autentica. Che ne pensate, cari fan? Siamo pronti a lasciare dietro di noi il cliché delle promesse future?