Manuel Agnelli riflette su X Factor e la perdita di amici a causa dell’eroina nella sua vita

Manuel Agnelli si prepara a festeggiare un importante traguardo nel 2024: il suo sessantesimo compleanno. In un’intervista rilasciata al Corriere della Sera, il famoso musicista ha rivelato i suoi piani per il prossimo anno, che prevedono un viaggio intorno al mondo. Agnelli desidera approfittare di questo sabbatico per connettersi con le persone nella loro vera essenza, piuttosto che per la sua notorietà come artista.

Un artista tra luci e ombre

Nell’intervista, Agnelli riflette sulla sua vita professionale e personale, toccando temi che spaziano dalle esperienze passate ad X Factor ai vari momenti significativi della sua carriera. La sua paternità, in particolare, è stata un elemento carratterizzante del suo percorso. Diventato padre di Emma nel 2005, ha visto la propria figlia intraprendere anch’essa il cammino musicale, partecipando ai tour insieme a lui. Agnelli descrive la paternità come una grande trasformazione, evidenziando l’energia e l’entusiasmo che hanno contraddistinto questo periodo della sua vita.

Agnelli racconta che, nonostante avesse 39 anni quando è diventato padre, per molto tempo aveva vissuto una vita più spensierata e meno responsabile. Rievocando i suoi vent’anni, il musicista afferma di aver vissuto in un ambiente difficile, segnato dall’uso di sostanze stupefacenti, in particolare l’eroina, che ha rappresentato una seria minaccia per molti dei suoi coetanei. Era consapevole delle conseguenze che questa vita comportava e, pur trovandosi spesso circondato da amici che si facevano uso di droga, è riuscito a mantenere una certa distanza da queste pratiche auto-distruttive.

Riflessioni su amicizie e cambiamenti

Manuel Agnelli parla apertamente del crollo emotivo che ha vissuto una volta raggiunta la trentina. Le amicizie formate durante l’adolescenza sembravano solide, ma nel tempo ha capito che alcuni valori erano destinati a cambiare. Questa realizzazione ha portato a una perdita di amici, alcuni dei quali non sono più tra noi mentre altri hanno completamente mutato la loro vita. Agnelli attribuisce alla musica un ruolo salvifico, descrivendo il modo in cui è riuscito a lasciarsi alle spalle un ambiente tossico grazie alla sua passione per il rock.

In una fase in cui molti dei suoi coetanei si trovavano in difficoltà, la musica è diventata il suo rifugio e una forma di redenzione. La routine del musicista rock, ricca di sfide e avventure, gli ha permesso di distaccarsi da situazioni pericolose e di trovare un nuovo scopo. Il suo racconto rivela una vulnerabilità sorprendente, mescolata a determinazione e resilienza, elementi chiave che hanno definito il suo percorso artistico e personale.

Il legame con i Maneskin e l’evoluzione del talent show

Un capitolo significativo della sua carriera è stato quello legato a X Factor, dove ha avuto un ruolo cruciale nel supportare i Maneskin, oggi una delle band italiane più conosciute a livello mondiale. Agnelli sottolinea come la band abbia dimostrato che il rock’n’roll è un linguaggio universale, sfidando le percezioni comuni riguardo a questo genere musicale. La sua fiducia nei Maneskin è stata ripagata, poiché i ragazzi hanno saputo conquistare il pubblico, mostrando una freschezza e autenticità che travalicano i confini nazionali.

Quest’anno, tuttavia, Agnelli ha deciso di non tornare a X Factor, scelta che sembra aver preso con serenità. Affermando di avere impegni già gravosi, come le esibizioni teatrali e i tour, ha preferito non compromettere la qualità del suo lavoro accettando ulteriori sfide. Parlando dell’evoluzione del programma, ha notato come il format si sia spostato verso una rappresentazione più televisiva e meno musicale, il che lo ha portato a riconsiderare la sua partecipazione.

Infine, Agnelli ha anche rivelato di aver avuto dissidi con altri membri della giuria, legati a diverse visioni su cosa sia la musica e sulle motivazioni che spingono a farla. Nonostante queste divergenze, ha sempre cercato di svolgere il proprio compito con professionalità, riconoscendo anche il valore economico del suo ruolo nel programma.