Garlasco, Sempio denuncia in Tv: “Vogliono creare un mostro” su Dna e foto compromettenti

Nel contesto delle indagini sul delitto di Chiara Poggi, Andrea Sempio ha recentemente rilasciato un’intervista a Quarto Grado, affrontando le recenti rivelazioni emerse dalla perizia sul DNA condotta da Denise Albani. Questo approfondimento è stato trasmesso venerdì 12 dicembre 2025 e ha suscitato un notevole interesse mediatico, soprattutto considerando il peso emotivo e giudiziario che questa questione ha avuto sul 37enne.

Un’analisi controversa: i risultati della perizia

Nella puntata di Quarto Grado, Andrea Sempio ha parlato per la prima volta in televisione riguardo alla recente perizia sul DNA realizzata sulle unghie di Chiara Poggi, commissionata dal Tribunale. Durante l’analisi, è stata riscontrata una compatibilità significativa con la linea paterna di Sempio, un elemento che potrebbe suggerire la sua presenza sulla scena del crimine durante il giorno dell’omicidio. Nonostante ciò, Sempio ribadisce la sua estraneità ai fatti, sostenendo che i suoi legali stiano lavorando per dimostrare che le tracce genetiche potrebbero essere il risultato di una contaminazione. Questo aspetto comincia a generare un dibattito intenso tra esperti e opinione pubblica, che hanno cominciato a esaminare le implicazioni legate a tali scoperte.

Sempio ha affermato di sentirsi sollevato dalla pubblicazione dei risultati, considerando che questo evento ha contribuito a liberarlo da un grande peso emotivo accumulato negli ultimi anni. Ha espresso la sua contentezza per il fatto che la perizia confermi ciò che i suoi consulenti gli avevano già comunicato, contribuendo a chiarire alcuni punti della vicenda.

La teoria di Sempio sulla linea patrilineare

In merito alla compatibilità dei risultati, Sempio ha elaborato una teoria che cerca di spiegare come sia possibile che il suo DNA possa essere presente senza dover necessariamente implicare un legame diretto. Secondo le sue parole, l’analisi fa riferimento a una linea patrilineare che risale nel tempo, suggerendo che la presenza di DNA non implica necessariamente una parentela diretta. Questa interpretazione ha aperto la porta a ulteriori discussioni riguardo le origini e le connessioni familiari, mettendo in risalto la complessità della genetica e della storia familiare.

Le abitudini di Sempio e il suo legame con Garlasco

Inoltre, Sempio ha menzionato di aver trascorso molto tempo nella villetta di Garlasco e nei luoghi frequentati da Chiara Poggi, il che potrebbe spiegare la presenza di tracce biologiche. Ha raccontato come le sue visite fossero principalmente legate all’attività dei videogiochi, dove si riuniva con alcuni amici. Questo fattore viene presentato come chiave per comprendere le dinamiche che potrebbero aver portato alla contaminazione del materiale genetico rinvenuto.

La narrazione di Sempio suggerisce quindi che le interazioni sociali e la frequenza in quei luoghi possano aver portato a situazioni in cui il DNA possa essere stato trasferito involontariamente. Con la crescente attenzione mediatica e l’analisi pubblica dei dettagli della vicenda, il 37enne sta vivendo un periodo di forte stress e pressione, essendo al centro di un caso tanto complesso quanto delicato.

L’ultimo incontro con Marco Poggi e le sue conseguenze

Riguardo all’ultimo incontro con Marco Poggi, il fratello della vittima, Sempio ha condiviso che c’era stato un incontro il 4 agosto 2007, il giorno prima dell’omicidio. Trovandosi in una posizione così vicina agli eventi, Sempio ha espresso confusione e incertezza su quanto potesse essere accaduto in quella data cruciale. La mancanza di ricordi certi gli ha creato ulteriori difficoltà nel chiarire la sua posizione nelle indagini.

Il clima di pressione e la scelta di non farsi interrogare

Con l’attuale attenzione rivolta alle indagini, Sempio ha fatto notare che si sente costantemente sotto esame, un aspetto che lo infastidisce profondamente. Ha dichiarato che ci sono forze al di fuori dell’ambito investigativo che stanno cercando di distorcere la verità e manipolare i fatti a proprio favore. La sua strategia difensiva, concordata con i legali, prevede di non farsi interrogare fino a quando non sarà ritenuto opportuno. Tale decisione è stata motivata dalla necessità di gestire con attenzione l’immagine e la presentazione del caso, evitando ulteriori complicazioni.

Concludendo, Sempio sembra determinato a mantenere la propria innocenza e a lavorare insieme ai suoi avvocati per garantire che la verità emerga, nonostante le immense pressioni a cui è sottoposto. La sua testimonianza rappresenta solo una parte di una storia complessa che continua a suscitare dibattiti e interrogativi in tutta Italia.

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