Fiorello ottiene il permesso di installare un ascensore nella sua storica casa a Venezia dopo anni di contenzioso

È in corso un acceso dibattito riguardo alla recente approvazione per la costruzione di un ascensore nel prestigioso complesso di San Polo, affacciato sul Canal Grande a Venezia. Il comune ha dato il suo consenso, ora convalidato anche dal Tar, avviando così i lavori tanto attesi. La notizia ha suscitato l’entusiasmo di Rosario Fiorello, il noto showman che da alcuni anni è divenuto proprietario di un appartamento all’ultimo piano dello stabile.

La controversia sull’accessibilità nella storica Venezia

La questione dell’ascensore ha radici profonde: già nel 2022 era stata avanzata la richiesta da parte dei proprietari degli appartamenti, tra cui la famiglia Avogadro Azzoni, del secondo piano. Questi hanno giustificato la necessità dell’intervento come un passo verso l’abbattimento delle barriere architettoniche. Tuttavia, tale proposta ha incontrato forti opposizioni da parte di alcuni residenti, preoccupati per l’impatto visivo e culturale che un simile progetto potrebbe avere su uno dei patrimoni architettonici più apprezzati al mondo.

Il tema si complica ulteriormente considerando il contesto particolare in cui si trova l’immobile. La corte interna, dove è previsto il posizionamento dell’ascensore, è un’area di grande valore storico. L’approvazione di questo progetto rappresenta un conflitto tra innovazione e rispetto per il patrimonio artistico di Venezia. Mentre da un lato vi è la necessità di rendere gli edifici più accessibili, dall’altro c’è chi teme che le modifiche proposte possano compromettere l’integrità estetica della città lagunare.

Da quando è stato presentato il primo progetto nel 2022, molte sono state le discussioni tra favorevoli e contrari. A scuotere ulteriormente gli animi è stata la situazione di un’anziana invalida che, in passato, risiedeva nel palazzo, una motivazione che aveva dato impulso alla richiesta iniziale. Questa casistica ha sollevato interrogativi su come garantire accessibilità senza sacrificare il fascino e l’unicità della struttura.

Il contrasto tra proprietari e residenti

Nonostante il via libera ottenuto, la battaglia legale non sembra affatto conclusa. I proprietari del primo piano, la famiglia Degueldre, hanno sempre contestato la proposta di installazione dell’ascensore, affermando che ora non ci siano più motivazioni valide per portare avanti i lavori. La loro posizione si basa sull’assenza dell’anziana residente, che non vive più nello stabile, e ritengono che questo cambiamento renda superflua la realizzazione del progetto.

Con l’intenzione di opporsi alla decisione del Tar, i Degueldre si preparano a ulteriori azioni legali. Sperano di dimostrare che l’installazione del nuovo ascensore non rappresenterebbe solo una modifica strutturale, ma un potenziale danno all’immagine e alla storia dell’edificio. Questo scenario mette in evidenza non solo la frattura tra i residenti ma anche le difficoltà di gestione delle risorse urbanistiche in una città come Venezia, dove ogni intervento deve bilanciare esigenze moderne e tutela del patrimonio.

Il dibattito sull’ascensore è così diventato simbolo di un confronto più ampio che coinvolge la città, le sue tradizioni e le nuove necessità abitative. La questione rimane aperta e l’esito finale sarà determinato sia dalla volontà delle parti coinvolte che dalle decisioni delle autorità competenti.

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