Un nuovo capitolo per il detective Benoit Blanc
Il terzo episodio della saga che vede protagonista il detective Benoit Blanc, interpretato da DANIEL CRAIG, si presenta come il più incisivo e critico sotto il profilo politico. Il regista, RIAN JOHNSON, utilizza questa nuova avventura per esprimere una riflessione necessaria sulle figure carismatiche e sul culto della personalità che possono influenzare la società.
Nel 2019, RIAN JOHNSON ha sorpreso il pubblico con “Cena con delitto – Knives Out”, un film che ha contribuito a rinvigorire l’interesse per il genere del murder mystery. La pellicola ha saputo bilanciare in modo eccellente elementi di dramma e commedia, grazie a una scrittura brillante e a un cast eccezionale. A seguito di questo successo, NETFLIX ha deciso di produrre due sequel, espandendo così le avventure di Benoit Blanc in una trilogia. Dopo il secondo capitolo, “Glass Onion: Knives Out” del 2022, ora è il momento di “Wake Up Dead Man – Knives Out”.
Una trama intricata tra social media e religione
In questo ultimo film, la narrazione si evolve in una direzione sorprendente. Benoit Blanc fa la sua apparizione in un momento già avanzato della storia, quasi come se fosse una sorta di ombra all’interno di questo racconto complesso che intreccia temi di religione e social media. A guidare gli sviluppi della trama è il reverendo Jud Duplenticy, interpretato da JOSH O’CONNOR, accusato dell’omicidio del monsignore Jefferson Wicks, interpretato da JOSH BROLIN. Duplenticy cerca disperatamente di dissipare i dubbi attorno alla sua innocenza e trovare la verità, in una vicenda che si complica ulteriormente nel corso degli eventi.
A questo trio di talenti si affiancano vari altri nomi noti, come GLENN CLOSE, ANDREW SCOTT, CAILEE SPAENY, JEFFREY WRIGHT, THOMAS HADEN CHURCH, DARYL MCCORMACK, KERRY WASHINGTON, JEREMY RENNER e MILA KUNIS. Ognuno di loro apporta un contributo significativo alla trama, mentre RIAN JOHNSON, in una recente intervista, ha condiviso le sue opinioni su come sia fondamentale mantenere una certa distanza critica da coloro che pongono il culto della propria personalità al centro della loro figura pubblica, specialmente in ruoli di potere, come quello di un religioso o di un politico.
Il conflitto tra i protagonisti e il tema del culto della personalità
Il contrasto tra il giovane reverendo Jude e il monsignore Wicks è immediato e palpabile. Jude porta con sé un approccio diverso, criticando apertamente il modo in cui Wicks si rivolge ai suoi fedeli, infondendo paura e scontento. Questo solleva domande su quanto RIAN JOHNSON stia utilizzando la religione come una lente attraverso la quale esplorare questioni più ampie e attuali nella nostra società.
Secondo RIAN JOHNSON, tutti noi dovremmo impegnarci nel miglioramento personale e non lasciarci influenzare da coloro che vogliono incutere timore ed esasperazione. Questo messaggio è particolarmente rilevante in un’epoca dominata dai social media, dove spesso si viene esposti a contenuti progettati per provocare reazioni emozionali forti. RICONOSCERE le modalità attraverso cui il potere può venire esercitato è essenziale, e il regista riconosce di essere egli stesso vulnerabile a queste dinamiche.
Riflessioni sul potere delle storie
Benoit Blanc, personaggio emblematico, afferma che “tutto è narrazione, perfino la religione”. Questa considerazione risuona particolarmente oggi, in un mondo dove le storie vengono create e diffuse su scala globale attraverso i social network. RIAN JOHNSON si interroga sull’importanza delle narrazioni vere in un contesto così saturato di comunicazione manipolativa. Domanda se un narratore autentico possa ancora emergere e se l’intento di raccontare la verità possa sopravvivere in un panorama così complesso.
Il regista mette in guardia riguardo alle insidie del storytelling contemporaneo, sottolineando che ci sono diversi livelli di narrazione, alcuni dei quali possono essere persino ingannevoli. Tuttavia, il vero scopo dello storytelling dovrebbe essere quello di cercare di connettersi con la verità, sia nei film che nelle nostre vite quotidiane. In questo contesto, VIVERE diventa una forma di narrazione, e filtrare le esperienze attraverso la propria storia è ciò che ci rende umani.
All’interno di “Wake Up Dead Man”, ci sono numerosi riferimenti a “Il Signore degli Anelli”, con citazioni celebri che arricchiscono la narrazione. Questo richiamo non è casuale, dato che il regista ha un legame personale con l’opera di TOLKIEN. Tuttavia, la scelta di inserire questi elementi evidenzia anche la questione di come una figura di fede possa trasformarsi in un simbolo di lotta contro il male, delineando un parallelo fra il religioso e il guru moderno.
RIAN JOHNSON ribadisce l’importanza di mantenere una certa cautela nei confronti di coloro che si trovano in posizioni di potere e il cui carisma potrebbe celare intenzioni negative. Crede fermamente che mettere in guardia contro il culto della personalità non debba mai essere trascurato, poiché molte delle difficoltà che affrontiamo oggi derivano da leader che si sono affermati su queste basi. Pertanto, esorta a una riflessione costante e critica verso le figure carismatiche che ci circondano.
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