Il Garante della Privacy ha recentemente emesso una sanzione nei confronti della produzione della docuserie intitolata “Il caso Yara Gambirasio – Oltre ogni ragionevole dubbio”, disponibile sulla piattaforma Netflix. La multa, di 40mila euro, è stata inflitta a causa dell’utilizzo non autorizzato di materiale sensibile relativo alla famiglia Gambirasio.
Le Ragioni Dietro il Provvedimento
Al centro del provvedimento del Garante vi è l’impiego di 46 registrazioni audio private che non erano mai state presentate nel contesto processuale contro Massimo Bossetti, l’uomo condannato definitivamente per l’omicidio di Yara. Questi materiali, considerati riservati e di per sé già controversi, sono stati utilizzati senza consenso da parte dei familiari, ponendo in evidenza le problematiche legate alla privacy e alla dignità delle persone coinvolte in casi di cronaca nera.
La famiglia Gambirasio ha deciso di alzare la voce attraverso una denuncia formale, esprimendo il proprio malcontento e il disagio provocato dalla diffusione della serie. I familiari hanno descritto l’iniziativa della produzione come un'”intrusione arbitraria” che mirava a “solleticare la morbosa attenzione degli spettatori” piuttosto che offrire un contributo significativo alla comprensione del caso.
I Materiali Controversi Utilizzati
Nella docuserie, i primi due episodi si concentrano su registrazioni audio delicate, comprese le comunicazioni lasciate dalla madre di Yara sulla segreteria telefonica nei giorni immediatamente seguenti alla scomparsa della giovane avvenuta il 26 novembre 2010. In quel periodo, l’aspettativa di ritrovare Yara viva era ancora presente, rendendo queste registrazioni particolarmente toccanti e private. L’uso di tali elementi, ritenuti altamente sensibili, ha sollevato interrogativi sulla legalità e sull’etica del loro impiego.
Nonostante la produzione avesse tentato di coinvolgere la famiglia Gambirasio nel progetto, ricevendo un netto rifiuto, ha comunque cercato di giustificare l’uso delle registrazioni, appellandosi al diritto di cronaca. Tuttavia, questa posizione è stata respinta dal Garante, che ha sottolineato l’importanza del rispetto della privacy e del consenso esplicito da parte delle persone coinvolte.
Le Conseguenze della Decisione del Garante
La decisione del Garante della Privacy ha messo in luce una chiara violazione dei principi di liceità e minimizzazione nel trattamento dei dati personali, principi fondamentali normati dalla stessa autorità . L’uso di informazioni così private e non pertinenti ai fini della prova processuale è stato considerato in contrasto con le Regole deontologiche del giornalismo, evidenziando così un confine delicato tra l’inchiesta giornalistica e il rispetto della sfera privata.
Questa situazione apre a riflessioni più ampie riguardo alla responsabilità delle produzioni nella trattazione di casi di alta sensibilità e alla necessità di tutelare la dignità delle persone coinvolte. La società di produzione ha ora la possibilità di presentare appello contro questa decisione, che potrebbe avere ripercussioni significative sull’intero settore della documentaristica e sul rapporto tra media e diritti individuali.
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