Palinsesto Rai 2025-2026: sorprese tra tagli e chiusure che lasceranno gli spettatori a bocca aperta

Il 27 giugno, durante una conferenza stampa tenutasi negli studi di Napoli, sono stati ufficialmente presentati i palinsesti Rai per la stagione 2025-2026. Le modifiche introdotte includono la cancellazione di diversi programmi storici, generando un acceso dibattito riguardo le scelte editoriali del servizio pubblico. Professionisti del settore e telespettatori si chiedono quali siano le ragioni dietro queste decisioni, in particolare considerando gli ascolti positivi di alcuni show ora annullati. Si configura così un quadro complesso, caratterizzato da un cambio evidente nella linea editoriale.

Agorà Weekend: Una Cancellazione Controverso

In cima alla lista delle cancellazioni più contestate troviamo Agorà Weekend, il tradizionale spazio del sabato e della domenica su Rai3. Nonostante la crescita degli ascolti, con una media attorno al 4% e picchi che superano il 6%, Rai ha optato per interrompere il programma. Questo è un dato rilevante, considerando che il 3% rappresenta la soglia minima per la sopravvivenza di molte trasmissioni di approfondimento.

Motivi Economici o Scelte Editoriali?

La decisione di cancellare Agorà Weekend è giustificata da necessità di razionalizzazione economica imposte dai tagli di bilancio. Tuttavia, molti osservatori esprimono scetticismo. I risultati auditel sembrano più che sufficienti per continuare un programma stabile e di qualità. In risposta a questa caduta, Rai3 prevede di ampliare Mi manda Rai3, condotto da Federico Ruffo, per riempire le mattine del fine settimana. Questa soluzione appare più un rimediamento temporaneo piuttosto che una vera strategia a lungo termine.

Palinsesto Rai 2025-2026: sorprese tra tagli e chiusure che lasceranno gli spettatori a bocca aperta

Un Sottobosco di Cancellaizoni

La rimozione di Agorà Weekend è solo la punta dell’iceberg. Tra i programmi in bilico figurano anche Petrolio, condotto da Duilio Giammaria, e Il Fattore Umano, con i rispettivi firmatari Pusceddu e Montebello. Programmi come Rebus di Giorgio Zanchini e Tango di Luisella Costamagna sono stati cancellati senza alcun avviso pubblico. Anche Generazione Z di Monica Setta è a rischio chiusura, mentre l’incertezza circonda Citofonare Rai2, condotto da Simona Ventura e Paola Perego.

Un Futuro Incerto per la Rai

Questi cambiamenti segnano un punto di svolta significativo per Rai, in particolare per coloro che seguono programmi di cultura e approfondimento. Evidenziano una diminuzione dell’offerta informativa proprio nel momento in cui il servizio pubblico dovrebbe rafforzare il proprio ruolo. La tensione all’interno di Viale Mazzini è palpabile, con il sindacato dei giornalisti Usigrai che ha espresso “forte preoccupazione” per la qualità e la trasparenza delle decisioni adottate, evidenziando i rischi per il personale coinvolto nelle cancellazioni.

Preoccupazioni per il Futuro del Servizio Pubblico

Il consigliere Rai Roberto Natale ha sollevato accusi dirette, affermando che alcuni membri del personale potrebbero abbandonare per unirsi a reti concorrenti come La7. Questo potrebbe portare a una significativa mancanza di competenze e professionalità all’interno del servizio pubblico, con particolare riguardo a Rai3, nota per essere un pilastro dell’informazione plurale.

Un Contrasto tra Linee Guida e Risultati

Le linee guida approvate dal consiglio d’amministrazione a febbraio si proponevano di riportare al centro del palinsesto volti noti e format familiari al pubblico. Tuttavia, le scelte attuate sembrano andare in un’ottica opposta, con la scomparsa di programmi ben consolidati e gli spettatori costretti a cercare altrove contenuti che la Rai non offre più. Ciò allontana una parte importante del pubblico storico, lasciando senza alternative chiare o credibili.

Uno Scenario Riflessioni sul Futuro

Il bilancio delle modifiche annunciate per la stagione 2025-2026 disegna un Rai in una fase complessa. La riduzione dei palinsesti e la cancellazione di programmi con un seguito solido sollevano dubbi su quale sia l’orientamento futuro del servizio pubblico. Restiamo dunque in attesa di comprendere come si evolverà la situazione nei prossimi mesi, soprattutto in relazione alla capacità di soddisfare le aspettative di chi si affida alla Rai per news, approfondimenti e cultura.

Come appassionata sostenitrice della programmazione della Rai, non posso fare a meno di esprimere la mia delusione per queste scelte. È innegabile che cancellare programmi come Agorà Weekend significhi perdere un’importante voce di approfondimento. Mi chiedo: riusciremo a trovare alternative valide per riempire questo vuoto? La Rai non può permettersi di ignorare le esigenze di un pubblico che cerca contenuti di qualità. Qual è il futuro di un servizio pubblico che si allontana dai suoi valori fondamentali?


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