Desertificazione culturale a Roma: le sale cinematografiche chiudono e il futuro del cinema è a rischio

Una Crisi Inquietante: Il Cinema a Roma

Dal 2013, l’informazione cerca di unire il Paese, ma l’attenzione su come si sta deteriorando il panorama cinematografico a Roma è diventata sempre più intensa. Tra chiusure frequenti e proposte legislative, la capitale rischia di perdere in modo irreversibile gli spazi dedicati alla cultura e alla socialità. Questo problema non riguarda solo gli spettatori, ma coinvolge anche le istituzioni pubbliche e i privati che possiedono questi edifici, un tempo fulcri d’arte e comunità.

La Voce della Cultura: Mattarella e Verdone

Il presidente Mattarella ha più volte sottolineato quanto sia fondamentale non considerare il cinema come un semplice prodotto commerciale, evidenziandone l’importanza sociale. A gennaio, l’attore e regista Carlo Verdone ha lanciato un allerta riguardo alla proposta di legge regionale, conosciuta come legge 171, prevista per discussione in consiglio l’11 giugno. Questa legge permetterebbe di trasformare le sale cinematografiche dismesse in spazi commerciali senza restrizioni, con il rischio, secondo Verdone, di vedere scomparire tutte le sale entro il 2040, generando un vero e proprio “disastro culturale”.

Resistenza Culturale: Il Cinema Troisi

Un esempio di resistenza culturale è rappresentato dalla fondazione Piccolo America, che gestisce il Cinema Troisi. Il presidente Valerio Carocci racconta di un lavoro di oltre undici anni per trasformare la sala in un “luogo terzo”, frequentato soprattutto da giovani. Con il 70% del pubblico sotto i 30 anni, è evidente l’interesse attivo dei più giovani. Carocci sottolinea l’importanza di educare il pubblico al rispetto degli spazi comuni, rispondendo anche alle critiche di Martin Scorsese sulla maleducazione in sala, affermando che esperienze come il cinema in piazza hanno abituato i partecipanti a convivere pacificamente e persino a pulire dopo le proiezioni.

Desertificazione culturale a Roma: le sale cinematografiche chiudono e il futuro del cinema è a rischio

Nuove Prospettive: Il Pubblico Giovane e la Legge 171

Luca La Barbera, responsabile comunicazione del Troisi, evidenzia come il brusio in sala rifletta la presenza di un pubblico giovane, meno abituato a modelli tradizionali di fruizione. Questo cambiamento indica una richiesta di spazi inclusivi, difficile da soddisfare senza un’offerta culturale amplia e variegata. La legge regionale 171 rappresenta una svolta che potrebbe favorire la scomparsa delle attuali sale cinematografiche. Carocci avverte che questa norma potrebbe consentire la demolizione di sale chiuse o la loro conversione senza vincoli d’uso, alterando così gli equilibri tra spazi pubblici e privati.

La Questione Economica e Culturale

La crisi non è dovuta solo alla domanda culturale, ma anche alla convenienza economica: molti proprietari preferiscono lasciare gli immobili inutilizzati in attesa di trasformarli in alberghi o centri commerciali, generando profitti superiori rispetto agli affitti per attività culturali. Questo squilibrio è aggravato dalla mancanza di azioni politiche decisive e da una governance che include soggetti legati alle proprietà stesse, ostacolando la riapertura degli spazi. Carocci sostiene che non si possa affidare il futuro della città solo al mercato e agli interessi privati; Roma ha bisogno di servizi fondamentali come scuole, asili e biblioteche per il benessere sociale.

Modelli di Riuso: Spunti da Parigi

A Parigi, è stato adottato il modello dei tiers-lieux, spazi ibridi che fungono da alternative a casa e lavoro, supportati da politiche pubbliche di investimento. La capitale francese ha implementato normative chiare sul divertimento notturno, mantenendo così un equilibrio tra offerta culturale e necessità dei cittadini. Questo potrebbe rappresentare un esempio concreto da seguire per Roma, dove la riqualificazione degli spazi abbandonati potrebbe portare nuovi servizi urbani e rafforzare i quartieri con offerte adeguate alle esigenze attuali.

Un Appello alla Politica e alla Comunità

Carocci evidenzia come la politica debba operare per il bene collettivo, proteggendo gli spazi culturali piuttosto che favorire gli interessi dei proprietari immobiliari. La chiusura di molte sale deriva anche dall’attesa di leggi più permissive che potrebbero portare a una riconversione totale. Se l’attuale legge viene approvata, anche le sale ancora attive potrebbero rimanere chiuse a lungo, minacciando la presenza culturale di Roma e lasciando spazio solo a iniziative private sporadiche.

Non posso fare a meno di sentire un profondo dispiacere per la situazione del cinema a Roma. È inaccettabile che i nostri luoghi di aggregazione, che dovrebbero celebrare la cultura e l’arte, siano abbandonati in favore di interessi commerciali. Come fan della settima arte, mi domando: quale futuro vogliamo per il nostro cinema? Possiamo davvero permettere che tutto ciò che amiamo venga sacrificato sull’altare del profitto? Uniamoci per difendere i nostri spazi culturali!


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