Nel 2025, il grande poeta Giovanni Pascoli riemerge dall’ombra con il film “Zvanì – Il romanzo famigliare di Giovanni Pascoli”, un’opera diretta da Giuseppe Piccioni. Presentato all’82ª Mostra del Cinema di Venezia, questo film esplora la dimensione più intima dell’autore, rivelando un uomo profondamente segnato dal dolore e legato a forti relazioni familiari. Non si tratta solo di poesia, ma anche di affetti, in particolare del rapporto con la sorella Mariù, che illumina la fragilità di un’anima che ha trovato rifugio nelle parole.
Un Infanzia Contrassegnata dalla Tragedia
Giovanni Pascoli nasce nel 1855 e vive un’esistenza segnata da eventi tragici: l’assassinio del padre quando era ancora un giovane. Questo trauma influisce in modo profondo sulla sua vita e sul suo lavoro, incidendo nei versi spesso intrisi di un dolore latente. La sua fama deriva dalle vivide descrizioni della natura e dai sentimenti semplici ma intensi. Con “Zvanì”, presentato a Venezia, si va oltre la figura del Pascoli legato all’ermetismo, per raccontare le sue sofferenze e le interazioni familiari che hanno costellato la sua esistenza.
Ritorno alle Origini: Un Incontro tra Passato e Presente
La narrazione inizia con il ritorno della salma di Pascoli nella terra natale, un momento carico di significato che coinvolge coloro che lo conoscevano, inclusi alcuni dei suoi studenti. Tra questi figura Enrico, uno studente chiamato a scrivere la biografia del poeta per un giornale, che funge da guida in questo racconto intimo e familiare.
Il Legame Indissolubile con le Sorelle
Le sorelle Ida e Mariù sono centrali nella vita di Pascoli. Mariù, interpretata da Benedetta Porcaroli, è una presenza costante e devota, sempre al fianco del poeta nei momenti cruciali. Quando Pascoli riesce a raggiungere una certa tranquillità, desidera avere le sorelle vicino, costruendo un legame che risulta intenso, ma talvolta opprimente.
Amore e Sacrificio: Un Rapporto Complesso
Mariù è una donna che ha rinunciato a molto per essere al fianco del fratello. Il film mette in evidenza questo legame profondo e frequentemente complesso, influenzando la psiche del poeta e il suo approccio alla vita e alla tristezza. Tra amore e dipendenza, questa relazione rappresenta il nucleo narrativo, rivelando un Pascoli fragile e tormentato, in continua ricerca di un sostegno familiare autentico.
Una Famiglia Imperfetta e Piena di Tensioni
La famiglia viene mostrata con tutte le sue tensioni nascoste e il desiderio di stabilità sempre sfuggente. Questi elementi contribuiscono a chiarire molte delle scelte personali e artistiche del poeta. “Zvanì” evita la consueta biografia scontata per presentare una storia più autentica e emotiva.
Poesia come Strumento Narrativo
Nel film, la parola scritta assume un significato considerevole. La sceneggiatura di Sandro Petraglia utilizza un linguaggio che riflette la sensibilità poetica di Pascoli, senza risultare mai distante. I suoi versi più noti non sono meri riferimenti, ma si intrecciano alla trama tramite lettere e dialoghi, creando un ritratto completo.
Un Approccio Cinematografico Intimo e Riflessioni Sulla Solitudine
La regia evita di sovraccaricare le immagini, concedendo invece spazio alla recitazione e alle parole, sostenute da una colonna sonora di versi che accompagnano la narrazione. La poesia diventa un elemento integrante del personaggio e dell’atmosfera emotiva del film.
Conclusione: Un Ritratto Sobrio e Profondo di Pascoli
Giuseppe Piccioni offre una regia equilibrata, mettendo la storia al centro, lontano da ogni effetto speciale superfluo. “Zvanì” gioca abilmente con flashback, alternando passato e presente senza cercare facili colpi di scena. Le immagini, pur curate, sono semplici; e sono le parole a condurre la narrazione.
In un panorama di biografie spesso ridondanti, “Zvanì” si distingue per la sua sobrietà e il suo equilibrio. Riesce a comunicare con calma, ponendo Pascoli al centro senza forzature. Personalmente, ho trovato questo film una meravigliosa explorazione della vulnerabilità umana, e mi chiedo: quanto realmente conosciamo il lato umano dei nostri autori preferiti? Cosa ne pensate, cari fan?
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