Le scelte narrative di Stranger Things
I creatori della celebre serie Stranger Things, MATT e ROSS DUFFER, hanno recentemente condiviso alcuni retroscena sulle decisioni che hanno preso riguardo ai personaggi principali. In particolare, si sono rivelati determinanti per la sorte di due protagonisti amati dal pubblico: JIM HOPPER e STEVE HARRINGTON. Queste scelte riflettono non solo la volontà di mantenere il colpi di scena, ma anche un approccio più profondo alla narrazione e allo sviluppo dei personaggi.
In un racconto dove ogni episodio può modificare in modo drammatico le vite dei protagonisti, la serie ha evitato di privarsi di figure fondamentali come Hopper e Steve. La rinuncia a farli morire è stata una decisione ponderata che ha avuto come obiettivo il rafforzamento della trama e la crescita dei personaggi, piuttosto che provocare semplicemente uno shock nel pubblico.
La sorte di Jim Hopper
JIM HOPPER, lo sceriffo di Hawkins, avrebbe potuto subire un destino tragico già alla fine della terza stagione. Durante un momento clou, infatti, la trama sembrava indicare che Hopper fosse morto nell’esplosione avvenuta nel laboratorio segreto sotto lo Starcourt Mall. I creatori, tuttavia, una volta elaborato il momento, decisero di mantenere il personaggio in vita. MATT DUFFER ha condiviso che c’era una versione della storia in cui il personaggio non ce la faceva, ma hanno scelto diversamente per preservarne l’evoluzione.
ROSS DUFFER ha chiarito che la scelta di salvare Hopper è stata motivata da considerazioni creative piuttosto che da timori di insoddisfare i fan. L’arco narrativo di Hopper da uomo desolato a figura paterna era troppo importante per il contesto della serie. Ogni morte dovrebbe avere un significato e non essere utilizzata unicamente per sorprendere il pubblico.
Il percorso di Steve Harrington
STEVEN HARRINGTON, interpretato da JOE KEERY, ha avuto un cammino altrettanto significativo. Inizialmente pensato come un classico ragazzo popolare, destinato a una rapida uscita di scena, Steve è diventato invece un personaggio chiave nella narrazione. MATT DUFFER ha ammesso che se non si fossero affezionati a JOE KEERY, Steve avrebbe potuto morire già nella prima stagione. La capacità dell’attore di esprimere empatia e la chimica con gli altri membri del cast hanno convinto i Duffer a modificarne il destino.
Da quel momento, Steve è diventato un simbolo di crescita personale, passando da conquistatore superficiale a protettore della giovane “banda dei bambini”. I creatori della serie hanno sottolineato che ogni possibile morte viene discussa a fondo, considerando le implicazioni emotive e narrativi. MATT DUFFER ha dichiarato che la morte di un personaggio importante potrebbe rendere la serie troppo cupa e priva di speranza.
Il significato delle morti in Stranger Things
Le morti all’interno di Stranger Things, come quelle di EDDIE MUNSON e BILLY HARGROVE, non sono mai casuali. Esse servono a far avanzare non solo la trama, ma anche le emozioni legate ai personaggi. Questo approccio consente di mantenere il pubblico coinvolto e investito nella storia. Con l’arrivo della quinta stagione, previsto per il 26 novembre, i fan avranno l’opportunità di apprezzare ancor di più i personaggi sopravvissuti come Hopper e Steve.
Le loro sorti rappresentano un esempio di come, talvolta, la sopravvivenza possa risultare il colpo di scena più potente e significativo. Questa visione della narrazione aggiunge profondità alla serie e contribuisce a mantenere alta l’attenzione degli spettatori, rendendo le dinamiche tra i personaggi ancora più interessanti e coinvolgenti.
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