Springsteen: Liberami dal Nulla, la recensione del film con Jeremy Allen White

Il nuovo film di Scott Cooper su Bruce Springsteen

Il regista Scott Cooper porta sul grande schermo un momento significativo della vita del noto cantautore Bruce Springsteen. Questa pellicola, in uscita il 23 ottobre, rivela la complessitĂ  dell’artista attraverso una narrazione intima, sostenuta dalla performance dell’attore Jeremy Allen White. Nonostante l’assenza di originalitĂ  formale, il film riesce a catturare l’essenza di un uomo che lotta con le proprie aspettative e il peso della fama.

La storia che si svela in un viaggio personale

All’inizio di “Springsteen: Liberami dal Nulla”, il protagonista si ritrova nel bel mezzo di un ritorno a casa a Colts Neck, New Jersey. A bordo di una nuova auto, dopo il tour del 1981, il Boss esprime il desiderio di staccare dalla frenesia della vita da rock star. La musica, simbolo di una intensa ricerca interiore, diventa la colonna sonora di un viaggio alla ricerca della veritĂ  e dell’autenticitĂ . La canzone “Hungry Hearts” trasmette le pressioni e le aspettative che circondano la sua vita, portandolo a riflettere su cosa significhi veramente essere se stesso in un mondo affollato di suoni e richieste.

Durante il suo percorso, Springsteen trova ispirazione nella musica folk, nei film e nelle storie di vita vissuta, tra cui la terribile vicenda di Charles Starkweather. Questi elementi arricchiscono non solo la trama, ma anche la profonditĂ  emotiva del film, che esplora i traumi e le esperienze dell’infanzia dell’artista, rappresentati attraverso flashback significativi e scene di vita quotidiana family-oriented.

Springsteen: Liberami dal Nulla, la recensione del film con Jeremy Allen White

Un ritratto profondo di un artista complesso

Scott Cooper, dopo aver debuttato con “Crazy Heart”, affronta un tema impegnativo con “Springsteen: Liberami dal Nulla”. AnzichĂ© celebrare il mito di Springsteen, il film si concentra sull’uomo dietro alla leggenda. Attraverso una sceneggiatura ispirata al libro di Warren Zanes, Cooper esplora le ferite emotive e le paure che hanno segnato la vita del cantautore. La narrazione si allontana dall’approccio tradizionale del biopic, presentando un’istantanea della sua esistenza in un momento particolare, quando si trovava in crisi e cercava di rimanere connesso alle sue radici.

Nella camera da letto della sua casa, Springsteen compone un album che riflette le sue esperienze, popolato da storie di uomini che lottano per cambiare le loro vite. Questo disco, contrariamente alle aspettative dell’industria discografica, diventa una raccolta di racconti anzichĂ© una serie di singoli, dimostrando il desiderio dell’artista di esplorare la sua vulnerabilitĂ  e autenticitĂ .

Il sostegno di figure chiave nella vita di Springsteen

Nel processo creativo, un ruolo fondamentale è svolto dal manager Jon Landau, interpretato da Jeremy Strong. La loro relazione rappresenta un aspetto cruciale della vita di Springsteen, poiché Landau funge da amico, confidente e supporto in un periodo delicato. Le 17 tracce del nuovo album sono un riflesso della crescita artistica di Springsteen e il suo rifiuto di spiegare il loro significato al pubblico. Questo approccio poco convenzionale evidenzia la delicatezza delle emozioni che ha voluto condividere con il mondo.

Impressioni e curiositĂ  sul film

La regia di Scott Cooper, pur essendo meno innovativa rispetto ad altri film musicali contemporanei, riesce a cogliere l’intimitĂ  e la profonditĂ  del racconto. Il lavoro di Jeremy Allen White nell’incarnare Bruce Springsteen è stato riconosciuto come uno dei punti di forza della produzione, con un’interpretazione che comunica l’intensitĂ  emotiva e la vulnerabilitĂ  dell’artista. Scene come quella della registrazione di “Born in the U.S.A.” mostrano il talento dell’attore nel rendere omaggio a Springsteen, creando un legame autentico tra la musica e il vissuto personale.

La pellicola, sebbene priva di grandi colpi di scena visivi, riesce a far immergere lo spettatore nell’universo di un uomo che, lontano dai riflettori, affronta le sue paure e le sue origini. La rappresentazione della classe lavoratrice americana e il legame con le sue radici sono temi centrali che risuonano attraverso la trama, rendendo il film un’esperienza malinconica e riflessiva, capace di avvicinare il pubblico alla vera essenza di Bruce Springsteen.

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