Un ritorno atteso nel mondo dei videogiochi
Dopo dodici anni dall’uscita dell’ultimo capitolo della saga videoludica di Ubisoft, la figura dell’agente segreto creata dal noto scrittore TOM CLANCY torna in una forma innovativa e ben realizzata. L’attesa per il ritorno di SAM FISHER è palpabile, segnando un momento significativo per i fan della serie. Con la nuova produzione, gli appassionati hanno l’opportunità di vedere il loro personaggio preferito sotto una luce differente, promettendo una narrazione avvincente e ricca di sorprese.
La questione se sia nato prima il romanzo o il videogioco è interessante. Sebbene SPLINTER CELL e il suo protagonista SAM FISHER siano frutto del genio di TOM CLANCY, è proprio il videogioco a rappresentare l’origine di questa opera. Clancy ha avuto un ruolo fondamentale, scrivendo e supervisionando il primo capitolo della saga, rilasciato nel 2002. I romanzi successivi, invece, sono stati scritti da altri autori, il che evidenzia l’importanza del videogioco nel dar vita a questo universo narrativo.
Una nuova avventura in un formato diverso
L’IP di SPLINTER CELL appartiene a Ubisoft, che, in un periodo aziendale sfidante, ha deciso di sviluppare una serie animata, apparentemente con migliori risultati rispetto ai videogiochi. SPLINTER CELL: DEATHWATCH, disponibile su piattaforme di streaming, segna il ritorno di SAM FISHER dopo oltre un decennio dalla sua ultima apparizione videoludica. La serie presenta un’interpretazione originale del personaggio, portandolo in un contesto nuovo e promettente.
Le aspettative sullo sviluppo di questa serie erano alte, soprattutto dopo le esperienze precedenti di Ubisoft con altre produzioni. Tuttavia, SPLINTER CELL: DEATHWATCH si distingue come un potenziale punto di svolta per lo studio. La serie appare più curata e attenta ai dettagli, superando le delusioni passate e rappresentando una rinascita per l’universo di SPLINTER CELL.
Il lungo viaggio di Sam Fisher
Sam Fisher è molto più di un semplice personaggio videoludico; è diventato un’icona del settore. Tuttavia, i fan non devono aspettarsi di vedere un SAM FISHER come quello dei tempi passati. L’agente segreto è cresciuto e si è evoluto, allontanandosi dal suo passato. Oggi, lo troviamo in Polonia, ritiratosi dalla vita operativa, ma sempre pronto a tornare in azione quando necessario.
SPLINTER CELL: DEATHWATCH funge da sequel diretto della saga videoludica, presentando una trama originale scritta da DEREK KOLSTAD, creatore di JOHN WICK. La storia riporta alle vecchie conoscenze della saga, mantenendo vive le connessioni con i capitoli precedenti, come CHAOS THEORY e CONVICTION. La serie esplora la nuova era della 4th ECHELON e introduce nuovi personaggi, tra cui ZINNIA MCKENNA, una co-protagonista intrigante e vendicativa.
Un’estetica cinematografica sorprendente
La serie si distingue per il suo approccio stilistico, presentandosi con un taglio cinematografico notevole. I dieci episodi di venti minuti ciascuno sono costruiti in modo tale da mantenere alta l’attenzione degli spettatori, nonostante la loro natura episodica. La regia di GUILLAUME DOUSSE conferisce alla serie un’atmosfera unica, resa ancora più coinvolgente dalle sequenze d’azione e furtive che richiamano gli elementi tipici dei videogiochi.
In termini di narrazione, la serie affronta temi attuali, portando avanti trame che riflettono le preoccupazioni contemporanee. La presenza di villain moderni e affamati di potere rende la storia di SPLINTER CELL: DEATHWATCH attuale e avvincente. Inoltre, l’ambientazione europea allontana la narrazione dagli intrighi delle agenzie di spionaggio americane, dando così una nuova dimensione alla trama.
Critiche e valutazioni tra attese e realtà
Nonostante il grande potenziale di SPLINTER CELL: DEATHWATCH, ci sono aspetti che possono sollevare preoccupazioni. Il formato cinematografico, pur rendendo la serie visivamente affascinante, può limitare la capacità di alcuni episodi di emergere. In particolare, il ritmo e la tensione possono risentire di questa struttura, facendo sì che alcune parti risultino più lente e meno coinvolgenti.
La trama, pur essendo ben costruita, presenta alcune svolte previste. Questo non toglie valore alla narrazione, ma potrebbe lasciare i fan desiderosi di colpi di scena più audaci. La decisione di mantenere lo spirito “old fashioned” della saga è stata fondamentale, ma potrebbe essere visto come un limite nell’esplorare nuove direzioni narrative considerando il cambiamento di medium.
Conclusioni su un’uscita significativa
In definitiva, SPLINTER CELL: DEATHWATCH rappresenta una serie animata di qualità elevata, capace di catturare l’essenza del franchise. Con elementi di spionaggio, azione e stealth, la serie riesce a rinnovare un’IP storica e amata, mantenendo viva la speranza tra i fan di un ritorno duraturo dell’iconico SAM FISHER. La transizione verso un formato animato presenta sfide e opportunità, ma la bellezza e la profondità della narrazione lasciano intravedere un futuro luminoso per questo universo narrativo tanto atteso.
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