Sotto le nuvole: intervista con il regista Gianfranco Rosi sul suo ultimo progetto

Il fascino di Napoli nel nuovo film di Gianfranco Rosi

Gianfranco Rosi esplora una Napoli che si distacca dai luoghi comuni attraverso il suo film “Sotto le nuvole”, presentato e premiato alla Mostra del Cinema di Venezia. Quest’opera offre al pubblico un’opportunità unica di scoprire la città da una prospettiva inedita. Attraverso un racconto che mescola storia e attualità, Rosi riesce a catturare l’essenza di Napoli, portando alla luce aspetti che vanno oltre gli stereotipi tradizionali. La sua opera precedente, “Sacro GRA”, aveva già mostrato la capacità del regista di raccontare storie uniche; stavolta la sua attenzione è rivolta ai numerosi volti della capitale campana.

“Sotto le nuvole” è un documentario caratterizzato da immagini suggestive e da un’atmosfera che si sviluppa attraverso un uso sapiente del bianco e nero. Questa scelta stilistica è stata adottata per restituire un’immagine originale della città, facendo emergere dettagli invisibili ai più. Le scene narrano non solo la bellezza di Napoli, ma anche le sue contraddizioni e le difficoltà vissute dalla popolazione, in particolare nella zona dei Campi Flegrei, recentemente colpita da fenomeni sismici. Durante l’intervista al Lido di Venezia, Rosi ha condiviso alcuni dettagli sulla creazione di quest’opera intensa e evocativa.

Un viaggio visivo tra ombre e luce

La conversazione con Rosi è iniziata subito dopo la proiezione del film, con le immagini che ancora risuonavano nella mente. L’aspetto distintivo di “Sotto le nuvole” è rappresentato dalle scelte narrative del regista, che ha optato per una rappresentazione della città in bianco e nero. Rosi ha spiegato che questa decisione non è stata casuale, ma piuttosto una strategia per contrastare i luoghi comuni associati a Napoli. “Ho dovuto imparare a guardare in bianco e nero”, ha dichiarato, riferendosi alla necessità di cogliere sfumature e giochi di luce che potessero arricchire il racconto visivo. Attraverso questa sottrazione di elementi, il film cerca di presentare una Napoli differente, più profonda e ricca di significato.

Sotto le nuvole: intervista con il regista Gianfranco Rosi sul suo ultimo progetto

Nonostante le difficoltà legate alla scelta del bianco e nero, Rosi ha ricavato dal materiale girato momenti di grande impatto visivo che riescono a trasmettere un senso di sospensione temporale. La relazione tra passato e presente viene espressa attraverso la semplicità delle immagini, permettendo allo spettatore di immergersi in una realtà in continuo divenire. Questo approccio innovativo ha arricchito la narrazione e ha fornito una tela per esplorare temi complessi legati alla vita quotidiana dei napoletani.

Incontri significativi e storie di devozione

Durante la realizzazione del film, Rosi ha avuto l’opportunità di incontrare diverse persone che hanno arricchito il suo lavoro con le loro storie di vita. Ogni personaggio presenta un forte legame con Napoli e con le sue tradizioni. Rosi afferma che la sorpresa maggiore è stata scoprire il profondo senso di devozione degli individui incontrati. “C’è sempre un senso di devozione a qualcosa”, spiega, evidenziando come ogni protagonista del film lavori per una causa che va oltre il singolo individuo. Questo elemento di generosità e pazienza ha dato vita a un racconto collettivo che riesce ad abbracciare l’essenza di Napoli.

Secondo Rosi, questa devozione è frutto di una realtà complessa, che stimola la gente a dare il massimo in situazioni difficili. “Napoli è legata a una storia immensa”, dice il regista, facendo riferimento all’importanza storica della città, che è stata un punto di riferimento culturale in Europa. La sua lunga storia è impresso nel tessuto urbano e nelle relazioni umane, conferendo a ogni incontro un significato profondo e trascendente.

Un processo creativo unico nella realizzazione del film

La creazione di “Sotto le nuvole” ha coinvolto un approccio altamente dinamico e interattivo, dove la fase di montaggio si è intrecciata con le riprese. Rosi ha descritto il progetto come un processo fluido, privo di una sceneggiatura fissa. Gli eventi e le esperienze sono emersi naturalmente nel corso degli anni, portando a un costante dialogo tra le riprese e la post-produzione. Questo metodo ha facilitato la selezione delle immagini più potenti, creando una narrazione coesa che riesce a trasmettere la complessità e la ricchezza di Napoli.

Il risultato finale è stato un film che si distingue per la sua capacità di evocare emozioni e far riflettere. Rosi ha espresso gratitudine verso il montatore Fabrizio Federico, sempre impegnato in una revisione costante del materiale. Questo lavoro collaborativo ha consentito di raggiungere una sintesi efficace delle storie in gioco, rendendo “Sotto le nuvole” un’esperienza visiva e emotiva che invita il pubblico a esplorare ogni dettaglio della città partenopea.

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