Un evento cinematografico significativo in Italia
Il film “Una battaglia dopo l’altra” è stato presentato durante l’Ottobre Alessandrino, un mese dedicato al cinema. Questa manifestazione offre un’occasione unica per riflettere su temi di rilevanza sociale e culturale, proponendo storie che mettono in evidenza possibilità di convivenza che la politica attuale tende a soffocare. Oggi, rivedere questa opera suscita emozioni e spunti di riflessione profondi.
L’Ottobre Alessandrino è diventato un punto di riferimento tra i festival cinematografici emergenti in Italia, con oltre novanta eventi distribuiti in trenta location diverse. L’iniziativa si distingue non solo per la varietà di film proposti, ma anche per il tentativo di legarli a contesti storici e comunitari, creando un ponte tra il cinema contemporaneo e le problematiche del territorio.
Una kermesse con nomi illustri
Giunto alla sua seconda edizione, il festival, ideato da ROBERTO LASAGNA e LUCA RIBUOLI, ha ospitato numerosi volti noti del panorama cinematografico italiano. Tra gli ospiti annoveriamo ANNA FOGLIETTA, VALERIO MASTANDREA, ALESSANDRA MASTRONARDI e ALBERTO BARBERA, a testimonianza di una partecipazione trasversale e ampia. Tra i punti salienti del programma spicca la proiezione di “Private”, un’opera diretta da SAVERIO COSTANZO, considerata una delle più significative riguardo al conflitto israelo-palestinese. Il regista ha sottolineato come l’idea di riportare in luce questo film sia venuta da LUCA e da altri colleghi, tutti desiderosi di affrontare questo tema attraverso il linguaggio del cinema.
“Private”, uscito nel 2004, segna il debutto di COSTANZO e ha ottenuto il Pardo d’Oro al Festival di Locarno. La trama si basa sulla vera storia di KALIL BASHIR, un preside palestinese che, insieme alla sua famiglia, decide di rimanere in una casa occupata dalle forze israeliane. Attraverso la sua vicenda, il film esplora temi di resistenza non violenta e ricerca della convivenza tra popoli in conflitto.
La riproposizione di un messaggio attuale
Costanzo riflette sull’importanza di rivedere “Private”, descrivendolo come una testimonianza di un’epoca in cui era possibile immaginare una convivenza pacifica. Secondo il regista, la politica ha impedito a questa possibilità di realizzarsi, ma è fondamentale ricordare che esisteva un tempo in cui le persone cercavano di vivere insieme nonostante le differenze. Durante le interviste, è emerso che l’attore MOHAMMED BAKHRI, che interpreta il capofamiglia palestinese nel film, oggi non sarebbe disposto a lavorare con attori israeliani a causa della situazione attuale.
Questa rottura ha bloccato relazioni che erano invece profonde e complesse. Costanzo racconta di come uno degli attori del film, TOMER RUSSO, scelse di intraprendere la carriera di attore dopo aver assistito a un’esibizione di BAKHRI, dimostrando che la connessione tra le due culture era esistita e poteva essere coltivata attraverso l’arte.
Un viaggio cinematografico in Calabria
“Private” è stato girato a RIACE, in Calabria, scelta dovuta inizialmente a motivi pratici, ma che ha contribuito a creare un ambiente neutro. Costanzo spiega che la libertà di movimento sul set ha permesso agli attori di esprimere se stessi oltre i propri personaggi, rendendo l’esperienza molto intensa. Tuttavia, il lavoro dietro le quinte era caratterizzato da tensione e diffidenza, un riflesso della complessità della situazione al di fuori del set.
Il regista ritiene che il tempo trascorso lontano dal set fosse ancora più difficile rispetto a quello passato mentre si girava il film, in quanto le dinamiche di sfiducia permeavano ogni interazione. Nonostante l’assenza di dialogo aperto, questo clima teso serviva a creare scene autentiche sullo schermo. La mancanza di legami personali non ha ostacolato l’obiettivo comune di raccontare una storia significativa.
Un messaggio universale da un conflitto specifico
Costanzo si ispira a opere come “La battaglia di Algeri” per il suo progetto, desiderando utilizzare il conflitto israelo-palestinese come una lente per affrontare questioni più ampie come l’occupazione e la violenza. Il regista manifesta l’ambizione di trasformare una narrazione particolare in un racconto universale, collegando esperienze di vita concreta alla comprensione globale del conflitto.
Per lui, la sfida principale è quella di andare oltre se stessi, accogliendo le complessità delle situazioni umane. Costanzo sottolinea l’importanza di porsi domande critiche e di cercare di comprendere prospettive diverse, sia attraverso il cinema che nella realtà quotidiana. La sua missione è un invito a considerare la Palestina non solo come un luogo in conflitto, ma come una terra ricca di cultura e potenzialità che merita attenzione e rispetto.
Il ricordo di KALIL BASHIR, protagonista di “Private”, rappresenta un messaggio potente: guardare oltre le divise e cercare di empatizzare con l’altro è un passo fondamentale verso una convivenza pacifica, specialmente nelle difficili realtà odierne. La necessità di non lasciarsi sopraffare dall’odio è un monito che Costanzo invita a tenere sempre presente, per non dare vittoria alle forze del male.
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