Mauro Coruzzi, noto al pubblico come Platinette, si prepara a celebrare il suo settantesimo compleanno in un contesto di grande sfida personale. Dopo aver affrontato due ictus che hanno avuto un impatto significativo sulla sua vita, l’artista mostra una resilienza straordinaria e mantiene intatta la sua ironia caratteristica. Martedì sarà un giorno speciale per lui, ma il percorso recente è stato tutto fuorché semplice.
Un compleanno da ricordare
Il prossimo martedì, Mauro Coruzzi festeggerà un traguardo importante: il compimento dei settanta anni. Nonostante le difficoltà degli ultimi due anni, che lo hanno visto affrontare due gravi episodi ictali, il noto personaggio televisivo non perde il suo spirito ironico. In una recente intervista, ha dichiarato: “Non mi sento giù di morale, né provo un entusiasmo infantile per i miei settant’anni”. Le sue parole rivelano una volontà di affrontare la vita con leggerezza e umorismo, per quanto gli sia stata difficile.
Corruzzi racconta apertamente della sua condizione attuale, descrivendo la sua mente e il suo corpo in un modo che esprime sia vulnerabilità che determinazione. Il neurologo che lo sta seguendo ha usato una metafora intrigante per descrivere il suo stato, definendo il suo cervello “come un emmental”, sottolineando la presenza di danni evidenti ma anche di aree ancora funzionanti. Sebbene il recupero stia procedendo lentamente, la strada è ancora lunga, e Mauro cerca di affrontarla con coraggio, sebbene si senta di affrontare il mondo con un bastone, avvertendo così un senso di fragilità .
Una nuova vita da pensionato
In questo periodo di transizione, Coruzzi ha ufficialmente raggiunto la pensione dopo cinque decenni di contributi versati. Questo cambiamento nella sua vita professionale gli permette di riflettere su come ha speso i suoi guadagni nel corso degli anni. Con ironia, si descrive come qualcuno che ha accumulato fortune soltanto per vederle svanire in spese eccentriche, inclusi vinili di Mina in giapponese. Nonostante ciò, non sembra rimpiangere le scelte fatte, considerando che il suo passato è costellato di esperienze indimenticabili.
Guardando ai suoi inizi, Coruzzi ha espresso un certo rammarico per opportunità mancate, come un cammeo in un film di Rocco Siffredi. La sua carriera è stata ricca di eventi e aneddoti che rendono il suo percorso artistico unico e peculiare. Tuttavia, la nostalgia per alcune occasioni perdute non sembra ostacolare il suo sguardo verso il presente e il futuro.
Riflessioni sul mondo della televisione
Attualmente, Platinette non nutre l’ambizione di tornare in televisione. La sua visione del panorama attuale è piuttosto scettica; descrive gli opinionisti della tv contemporanea come figure marginali in un ambiente dominato da egocentrismi. Con una certa malinconia, menziona i colleghi con cui ha condiviso momenti memorabili, indicando che la mancanza di figure di riferimento lo rende più distante dal mondo dello spettacolo.
Nonostante i cambiamenti, confessa di sentire la mancanza di alcuni amici e colleghi che si sono dimostrati sensibili alla sua situazione, come Marco Liorni e Guillermo Mariotto. La connessione umana rimane per lui fondamentale, anche quando il settore che ha amato sembra in declino. Tra i riferimenti a icone televisive come Barbara D’Urso, Coruzzi celebra la capacità di chi, come lei, continua a lottare per la propria rilevanza in un ambiente mutevole.
Le sue opinioni su temi attuali
Mauro Coruzzi non si è tirato indietro nel condividere le sue posizioni su questioni sociali attuali. Riguardo al matrimonio tra persone dello stesso sesso, esprime il suo disaccordo, descrivendo il concetto come una sorta di parodia rispetto alle unioni tradizionali. La sua visione della fedeltà e dell’amore va oltre le convenzioni, rivelando un approccio liberto alla relazione affettiva.
Anche sul tema del Pride, il suo punto di vista è critico. Sostiene che la lotta per i diritti ha assunto forme diverse negli anni e si interroga sull’utilità di tentativi di cambiamento nella mentalità delle persone. Le sue affermazioni suggeriscono una mancanza di fiducia nel fatto che le battaglie passate abbiano prodotto risultati tangibili nel contesto sociale attuale.
Infine, riguardo alla sua identità , Coruzzi rivendica orgogliosamente il titolo di “fenomeno da baraccone”, riconoscendo l’importanza di figure come lui nel cambiare le percezioni sociali. Con una ferma convinzione, afferma di aver contribuito a rompere pregiudizi, rendendosi conto di come la sua presenza nel panorama culturale possa avere un significato più ampio.
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