Un nuovo progetto cinematografico rappresenta una tappa significativa nella carriera di Pio e Amedeo, comici originari della provincia di Foggia che si avventurano ora nel mondo della regia con un lungometraggio. Le riprese sono attualmente in corso nelle vicinanze di Foggia, con scene ambientate in località iconiche come Vieste e San Giovanni Rotondo. La pellicola, dal titolo “Oi vita mia”, è prevista nei cinema all’inizio del 2026, promettendo di raccontare una storia che intreccia tematiche sociali con paesaggi pugliesi.
Il nuovo capitolo di Pio e Amedeo nel cinema
I noti comici foggiani Pio e Amedeo, famosi per i loro spettacoli e programmi televisivi, hanno intrapreso una nuova avventura artistica dedicandosi ora alla direzione di un lungometraggio. Questo progetto, intitolato “Oi vita mia”, segna il loro debutto come registi e rappresenta un’evoluzione rispetto ai ruoli puramente comici che il pubblico ha conosciuto. Le riprese sono appena cominciate e sono state avviate nelle terre che li hanno visti crescere, nella provincia di Foggia.
Un messaggio di valore simbolico
Durante le prime fasi delle riprese, Pio e Amedeo hanno sottolineato l’importanza simbolica dell’accensione della macchina da presa nella loro terra d’origine. Il duo è determinato a mettere in risalto i paesaggi e la cultura locali, rendendoli protagonisti insieme alla narrazione. Il film è atteso nelle sale cinematografiche all’inizio del 2026, segnando un passo decisivo verso un pubblico più vasto e una possibile evoluzione artistica per i due comici. Le attività sul set avanzano a ritmi sostenuti, con particolare attenzione dedicata ai dettagli e alla scelta dei membri del cast, il quale include nomi di spicco del panorama cinematografico italiano.
La trama che esplora legami umani
Il cuore narrativo di “Oi vita mia” ruota attorno alla storia di due amici di lunga data, ognuno impegnato in compiti differenti. Uno dei protagonisti gestisce un centro di recupero per giovani con un passato difficile, cercando di offrire loro una seconda possibilità nella vita. L’altro si dedica a una casa di riposo per anziani, occupandosi della cura di chi è nel termine della propria esistenza.
Una convivenza che diventa famiglia
Il racconto si sviluppa attraverso le interazioni tra questi due ambienti, inizialmente opposti, che si trovano a condividere spazi e risorse. Da tensioni iniziali nasce una convivenza che si trasforma in un legame profondo e quasi familiare. La pellicola affronta faccende sociali delicate come l’assistenza agli anziani e la riabilitazione giovanile, offrendoci uno sguardo sulle relazioni intergenerazionali e sull’importanza del sostegno reciproco.
Il ritorno di un grande attore pugliese
Nel cast di “Oi vita mia” spicca la figura di Lino Banfi, un attore pugliese ben noto e venerato in tutto il paese per le sue interpretazioni sia comiche che drammatiche. Il suo coinvolgimento nel film segna un ritorno alle origini per Banfi, la cui carriera è fortemente legata alla sua terra di provenienza. Recentemente, ha partecipato attivamente alle riprese, visitando alcune delle location significative del film, tra cui Vieste e San Giovanni Rotondo.
Location suggestive e scenografie adattate
Le riprese si svolgono nel cuore della provincia di Foggia, esplorando paesaggi tipici del Gargano che incorniciano la narrazione senza sovrastarla. Queste scelte non sono casuali, poiché il territorio offre scenari naturali che accompagnano le vicende narrate. Tuttavia, nonostante l’interesse per il progetto, i frati Cappuccini di San Giovanni Rotondo non hanno consentito le riprese all’interno del Santuario dedicato al santo. Di conseguenza, è stata creata una scenografia all’interno di una chiesa di Vieste, mantenendo realismo e intensità.
Un’affermazione di identità culturale
Pio e Amedeo hanno voluto mantenere una connessione forte con il loro territorio, valorizzando cultura e paesaggio del Gargano e integrando i personaggi in un contesto autentico che diventa parte integrante della narrazione. L’ambiente, tanto naturale quanto religioso, offre una dimensione più profonda e radicata nella comunità locale, creando un ponte tra le tradizioni pugliesi e la storia personale dei protagonisti.