Il nuovo film di Paolo Sorrentino al Festival di Venezia
Il concorso veneziano ha avuto un’apertura sgargiante grazie all’opera di Paolo Sorrentino, che si distingue per la sua sagacia e il suo humor. Il regista torna a esplorare temi contemporanei con una narrazione innovativa, mantenendo però i tratti distintivi del suo cinema rinomato. Questo lavoro è già riconosciuto come un evento significativo all’82° Mostra internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia.
È prematuro prevedere se il film avrà successo nel palmares del festival, ma ciò che è certo è che “La grazia” ha dato inizio a questa edizione con grande impatto. Al centro della narrazione c’è un presidente della Repubblica Italiana, interpretato da Toni Servillo, che rappresenta l’ideale alter ego di Sorrentino, noto per le sue riflessioni filosofiche e per il suo approccio denso e interessante ai temi trattati.
Un’opera che richiede attenzione e introspezione
“La grazia” sarà disponibile nelle sale a gennaio, e si preannuncia come un film che merita di essere vissuto senza troppe anticipazioni. Secondo Piperfilm, l’approccio stilistico scelto da Sorrentino appare più sobrio rispetto ad altre sue produzioni precedenti, caratterizzate da uno stile barocco. Il regista stesso sottolinea che ogni storia ha un modo unico di essere raccontata, e in questo caso ha deciso di sviluppare prima la trama e poi i personaggi, a dispetto della sua consueta inclinazione verso la focalizzazione sui protagonisti.
Il film trae spunto da un episodio reale di cronaca che ha colpito l’opinione pubblica: la grazia concessa dal Presidente Mattarella a un uomo che ha ucciso la moglie malata di Alzheimer. Sorrentino rivela che il dilemma morale sotteso alla vicenda rappresenta un potente motore narrativo e aggiunge che la grazia deve essere intesa non solo come perdono, ma anche come attitudine verso la vita e il mondo circostante.
Riflessioni sulla vita politica attraverso un personaggio complesso
Nella sua opera, Sorrentino presenta un personaggio che, pur essendo descritto come rigoroso e serio, cela una profonda passione per la famiglia e per i valori politici che spesso sembrano assenti nella società. Il regista mette in evidenza la sua intenzione di esplorare un politico che incarna un’idea elevata della politica, contrapponendola alla mancanza di dubbi e certezze che spesso caratterizza il panorama politico contemporaneo.
Il Presidente, interpretato da Servillo, si muove nei corridoi del potere con lunghe momenti di riflessione, esaminando le sue prerogative giuridiche e le responsabilità che gli competono. Sorrentino afferma che ogni interazione umana implica dinamiche di potere, specialmente in ambienti come la politica e la finanza, dove si definiscono i destini delle persone. Tuttavia, il film si astiene dall’analisi dettagliata del funzionamento del Quirinale, rivelando invece il lato solitario dell’esperienza presidenziale.
Il ruolo del cinema nella società contemporanea
Pur ponendo l’accento sull’aspetto privato della figura presidenziale, “La grazia” offre una panoramica su come il presidente è chiamato a prendere decisioni importanti. A questo punto, emerge la questione se il cinema possa avere un’influenza sulla politica in un contesto attuale. Sorrentino si mostra aperto a questa possibilità, pur riconoscendo che l’impatto del cinema è diminuito negli ultimi anni, a causa della riduzione del pubblico. Tuttavia, il regista non ha intenzione di rimanere in disparte, continuando a provare a influenzare il dibattito pubblico attraverso la sua arte.
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