Oshi no ko svela le abitudini degli appassionati di idol attraverso un recente sondaggio

Il mondo otaku: una passione che va oltre l’immaginario comune

Quando si menziona il termine otaku, spesso si pensa immediatamente a anime e manga, ma il fenomeno è molto più complesso. I dati recenti sulle abitudini dei fan giapponesi mostrano un panorama ricco di sfumature. Un sondaggio affronta le diverse preferenze e spese di questi appassionati, rivelando informazioni significative riguardo la cultura pop giapponese contemporanea.

In base ai dati presentati dall’YANO RESEARCH INSTITUTE e pubblicati da Otaku Soken, il mondo degli otaku in Giappone è dominato dai fan degli anime, con circa 5,49 milioni di appassionati. Questi numeri collocano gli otaku degli anime al primo posto per diffusione. Gli otaku dei manga seguono da vicino, con 5,10 milioni di membri, mentre quelli associati al mondo degli idol ammontano a 3,55 milioni. Queste statistiche non solo evidenziano la popolarità degli anime, ma anche la crescente presenza degli idol nella cultura giapponese.

Un sondaggio rivelatore sulle spese degli otaku

L’indagine, condotta nel luglio del 2025 su un campione di circa 10.000 persone tra i 15 e i 69 anni, ha esaminato i comportamenti di consumo attraverso 31 categorie diverse. La ricerca ha messo in luce che, sebbene il gaming rimanga un aspetto centrale della cultura pop nipponica, gli appassionati di giochi per smartphone (2,75 milioni) e console (2,32 milioni) si trovano dopo gli otaku degli anime e dei manga nella classifica delle preferenze.

È interessante notare che, sebbene gli anime siano estremamente diffusi, la spesa annuale media degli otaku risulta varia. Circa il 31,3% degli intervistati ha riferito di spendere tra 10.000 e 50.000 yen nei propri hobby, ma la media totale si attesta sui 50.472 yen. Tuttavia, questa cifra è superata da alcune categorie specifiche, dimostrando che ci sono gruppi disposti a spendere molto di più per le loro passioni.

Chi spende di più? Gli idol in cima alla lista

Tra le categorie analizzate, gli otaku delle idol emergono come i più grandi spendaccioni, con una spesa media annuale che raggiunge i 121.054 yen. Questo dato sorprendente suggerisce un impegno economico consistente per coloro che seguono gli idol giapponesi. Seguono i fan di carte collezionabili, con spese medie di 105.928 yen, e i cultori dell’assemblaggio di PC, anch’essi sopra i 100.000 yen all’anno. In confronto, anime e manga potrebbero apparire meno onerosi dal punto di vista economico.

Queste rivelazioni pongono l’accento su una dinamica di consumo che va oltre il semplice acquisto, suggerendo che la spesa non è solo una questione di passione, ma anche di identità culturale.

Il fenomeno “Oshi”: una connessione emotiva profonda

Un altro aspetto interessante emerso dall’indagine è il concetto di “Oshi”, termine che indica qualcuno o qualcosa che un individuo ama e sostiene, desiderando mostrarne il fascino agli altri. Il 64,2% degli otaku ha dichiarato di avere un Oshi, spesso un idol giapponese, seguito da personaggi di anime e artisti musicali. Questo termine è diventato sempre più popolare negli ultimi anni, facilitando una connessione emotiva tra i fan e i loro oggetti di passione.

Non solo gli otaku si identificano in questo fenomeno: sono stati registrati anche il 21,5% di non-otaku che dichiarano di avere un proprio Oshi. Anche se le preferenze differiscono, con gli artisti musicali che predominano tra i non-otaku, il meccanismo di sostegno e investimento, sia emotivo che finanziario, resta simile. Ciò suggerisce una forma di appartenenza che trascende il semplice consumo, trasformandosi in una dichiarazione sociale.

Un’analisi delle relazioni nel contesto otaku

Questi dati evidenziano come il Giappone stia evolvendo verso una cultura in cui la passione non è solamente legata al consumo, ma anche alle relazioni che si sviluppano attorno ad essa. Le relazioni tra fan e i loro oggetti di adorazione mostrano un lato umano e relazionale che abbellisce il mercato otaku. In un certo senso, il vero cuore pulsante di questa economia potrebbe non trovarsi solo nelle sale dedicate agli anime, ma anche sotto i riflettori di un palco dedicato agli idol, dove la passione incontra il pubblico.

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