La storia d’amore di Hazal e Ali
Nel cuore di un melodramma turco, Hazal è una giovane donna che affronta la vita con i suoi limiti, essendo non vedente. La sua esistenza cambia quando incontra Ali, un ex pugile segnato da un passato difficile e carico di segreti. La loro storia inizia in mezzo a tensioni emotive e reciproche diffidenze. Ali, chiuso e ritirato, tenta di allontanare Hazal, che, pur con il suo handicap, mostra un’affettuosa determinazione a conquistarlo. Tuttavia, l’interesse del direttore del call-center dove lavora Hazal complica ulteriormente la situazione, creando un triangolo di tensione e rivalità.
Ali porta con sé il peso di esperienze traumatiche, che lo rendono riluttante a compromettersi in una nuova relazione. La sua vita è segnata da eventi passati che continuano a influenzare il presente. Trovandosi in un labirinto di emozioni, i due protagonisti navigano le loro differenze nel tentativo di costruire un legame significativo.
Nonostante le prove che affrontano, la relazione tra Hazal e Ali è destinata a evolversi. Una possibilità di operazione per ridare la vista a Hazal si presenta, ma potrebbe rivelarsi un cambiamento radicale per entrambi, portando alla luce le fragilità e le paure nascoste sotto la superficie.
Un remake dal sapore originale
Il film “Only You” si configura come un rifacimento dell’originale coreano “Always” del 2011, diretto da Song Il-gon. Sebbene questo tipo di adattamento sia spesso considerato inferiore all’originale, “Only You” cerca di adattarsi alle aspettative del suo pubblico tramite un mix ben dosato di romanticismo e tragedia, tipico delle produzioni turche, ora molto diffuse anche nei palinsesti italiani.
Con una sceneggiatura che segue schemi consolidati, il film presenta colpi di scena che possono risultare prevedibili. L’epilogo è progettato per suscitare forti emozioni, mentre i personaggi si trovano di fronte a ostacoli imposti da un destino avverso. Nonostante si affrontino temi delicati, come la cecità di Hazal e il senso di colpa di Ali, il trattamento di queste questioni rimane superficiale, facendo apparire i protagonisti più come pedine retoriche che come individui complessi in cerca di autenticità.
Prestazioni degli attori e stile visivo
Le interpretazioni di İbrahim Çelikkol e Belçim Bilgin rappresentano senza dubbio i punti di forza del film. I due attori riescono a dare vita a caratteri distinti che si trovano a combattere contro avversità sia interne che esterne. Già dalle prime scene, il tema della violenza emerge chiaramente, suggerendo che il percorso verso l’amore tra Hazal e Ali sarà tutto fuorché semplice.
Nonostante il film segua linee narrative già segnate, il regista Hakan Yonat, al suo esordio, dimostra una certa abilità visiva nella realizzazione di alcune sequenze. Buoni movimenti di macchina e scelte stilistiche distintive contribuiscono a risultare meno derivativi rispetto ad altre produzioni simili.
Emozioni e melodramma turco
Il film affronta alcuni spunti interessanti, ma non mancano momenti in cui il racconto cede a cliché tipici del genere. Le melodie strappalacrime accompagnano le situazioni più drammatiche, rischiando di rendere l’esperienza di visione più artificiosa. Questo approccio potrebbe far perdere di vista la sincerità e la verosimiglianza dell’intera narrazione.
La trama ruota attorno alla dinamica tra una donna che pur non vedendo riesce a percepire la vita in modo profondo e un uomo intrappolato nel suo dolore. La produzione turca si affida a una struttura melodrammatica che, sebbene possa risultare familiare, trova nella chimica tra i protagonisti e una regia ispirata dei punti di forza necessari a coinvolgere gli spettatori, mirando a suscitare emozioni forti e autentiche.
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