Il Debutto Cinematografico di Desiderio Sanzi
Il lungometraggio di Desiderio Sanzi segna l’ingresso dell’autore nel panorama della fiction cinematografica, presentando un’opera complessa e dal grande impatto visivo. Tuttavia, la trama sembra risentire di ambizioni troppo elevate, compromettondo l’esperienza narrativa. Il film è attualmente disponibile su Prime Video.
Un Percorso Creativo Diversificato
Sebbene la pellicola Mirtillo – Numerus IX rappresenti il suo esordio nel lungometraggio, Sanzi ha già una carriera consolidata alle spalle, avendo realizzato cortometraggi e documentari. Il film attuale trae ispirazione dal corto precedente Mirtillo – Numerus I, in cui si era già manifestato il suo universo onirico e inquietante.
Un’Opera Visivamente Affascinante
Mirtillo – Numerus IX colpisce per la sua estetica, offrendo uno spettacolo visivo di grande fascino. Tuttavia, sul versante dell’intrattenimento, presenta delle lacune che potrebbero allontanare alcuni spettatori. L’opera invita a un abbandono delle aspettative di linearità narrativa, proponendo invece un viaggio esistenziale complesso e ricco di spunti riflessivi.
Un Viaggio Medievale alla Ricerca di Sé
Ambientato nel cuore dell’Europa medievale durante la devastante Peste Nera, il film segue le vicende di Andruccio, un fuggitivo interpretato da Fabio Fieri, che intraprende un disperato viaggio verso Triora, nota come la “città delle streghe”. Incontrando un misterioso essere, che lui chiama Mirtillo, il protagonista si avventura in un cammino che oscilla tra realtà e allucinazione.
Una Ricerca Spirituale e Simbolica
La ricerca di Andruccio non è solamente focalizzata sulla scoperta di una cura fisica per la peste, ma si tramuta in un percorso spirituale teso alla scoperta di sé stesso. La narrazione esplora una realtà dove il confine tra il reale e l’onirico è sempre più sfumato, rivelando elementi simbolici e filosofici che arricchiscono l’esperienza visiva.
Un Incubo Tra Mito e Storia
Il viaggio di Andruccio si trasforma talvolta in un incubo tormentato, popolato da visioni inquietanti e forze sovrannaturali. L’intento di Sanzi appare quello di sollevare interrogativi profondi sulla vita e la morte, suggerendo una riflessione sulla trasformazione della paura in accettazione della propria mortalità.
Impatto Visivo e Debolezza Narrativa
La realizzazione visiva del film genera un forte impatto emotivo grazie a immagini ricercate e suggestive, anche se la narrazione risulta debole e confusa. La complessità del racconto, forse eccessiva, e la scelta di Sanzi di privilegiare la forma rispetto alla fluidità della trama, possono lasciare lo spettatore disorientato. Sebbene la fotografia di Daniele Cruccolini e un sound design immersivo contribuiscano alla creazione di atmosfere evocative, la fusione di realismo e soprannaturale non riesce a convincere appieno.
Conclusione: Un Esordio Complesso
Il debutto di Desiderio Sanzi nel lungometraggio fiction si configura come un’opera intrigante e ricca di spunti intellettuali riguardanti l’esistenza umana. Nonostante il fascino visivo, il film si mostra debole sul fronte narrativo, con passaggi poco coinvolgenti che possono ridurre l’impatto sul pubblico.