Massimo Giletti è recentemente stato protagonista di un episodio drammatico a Roma. Durante un’intervista che stava conducendo sulla controversa scomparsa di Emanuela Orlandi, il noto conduttore è stato aggredito da un ex membro dei servizi segreti. L’incidente è avvenuto giovedì scorso in via del Corso e le riprese di quanto accaduto saranno trasmesse nel programma Lo Stato delle Cose su Rai3.
La dinamica dell’aggressione a Roma
Massimo Giletti, sempre attento ai casi di cronaca nera, ha cercato di approfondire la questione coinvolgente Emanuela Orlandi. Durante un’intervista all’ex esponente dei servizi segreti, il conduttore ha provato a chiarire alcuni aspetti legati alla scomparsa della giovane. L’intervistato, che ha una storia variegata comprendente anche esperienze nella Legione straniera e tra i paracadutisti, ha reagito in modo aggressivo alle domande di Giletti. Il conduttore ha raccontato che, dopo averlo incalzato per alcuni minuti riguardo al comportamento dei servizi segreti nei confronti dello zio di Emanuela, l’ex agente ha perso il controllo e lo ha colpito con un pugno.
Giletti ha descritto l’episodio come un momento di alta tensione, dettagliando che l’aggressione è avvenuta dopo una serie di domande riguardanti l’allerta che era stata data allo zio della ragazza. La situazione è rapidamente degenerata, portando a un contatto fisico inaspettato. L’aggredito, pur avendo ricevuto un colpo e subendo danni anche al suo dispositivo telefonico, ha mantenuto la sua determinazione a continuare l’inchiesta.
Le conseguenze e la scelta di non denunciare
Di fronte a un’aggressione di questa portata, ci si aspetterebbe una reazione immediata, come sporgere denuncia. Tuttavia, Giletti ha spiegato che la sua formazione di giornalista di strada lo porta a considerare queste situazioni in modo differente. Ha fatto notare che quando si pone attenzione su temi delicati, i rischi aumentano. Secondo lui, una parte della professionalità di un giornalista consiste nell’accettare le conseguenze delle proprie domande.
Nel corso della sua carriera, ha affrontato situazioni simili, ricordando un episodio del passato in cui fu aggredito da Umberto Bossi durante un’intervista. Giletti ha sottolineato che, nel suo campo, ci si abitua frequentemente a ricevere reazioni forti, talvolta violente, da parte di chi non desidera rispondere a determinate interrogazioni. Ha raccomandato che un buon cronista deve assentire e andare avanti, infondendo coraggio nella propria ricerca della verità.
Un episodio che riaccende il dibattito sulla libertà di stampa
L’incidente ha suscitato reazioni tra gli operatori del settore e ha riacceso il dibattito sulla libertà di stampa, in particolare in relazione a questioni sensibili come quella di Emanuela Orlandi. La scomparsa della giovane, avvenuta oltre quattro decenni fa, continua a essere oggetto di grande interesse pubblico e di indagini giornalistiche.
L’episodio dimostra quanto possa essere pericoloso per i giornalisti indagare su temi complessi. Giletti sembra voler mettere in evidenza non solo il rischio personale affrontato dai reporter, ma anche l’importanza vitale del giornalismo investigativo nella società. Le domande scomode richiedono coraggio, e il caso di Emanuela Orlandi rimane aperto su molteplici fronti.
Il filmato dell’aggressione sarà quindi trasmesso al pubblico, e questo non farà che accrescere l’attenzione sull’argomento. La scelta di Giletti di non procedere con una denuncia potrebbe far riflettere sul prezzo che i giornalisti devono pagare per svolgere la loro attività, ma al tempo stesso potrebbe anche fungere da esempio di resilienza in un ambiente professionale non sempre favorevole.
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