Riflessioni sul film di Josh Safdie
Il nuovo film intitolato “Marty Supreme”, diretto da Josh Safdie, ha catturato l’attenzione del pubblico per la sua storia coinvolgente e la presenza di attori di prestigio come TIMOTHÉE CHALAMET e GWYNETH PALTROW. Tra i protagonisti del progetto c’è anche l’imprenditore milionario KEVIN O’LEARY, noto per il suo ruolo nel programma Shark Tank. O’Leary, oltre a recitare, ha condiviso alcune considerazioni sul futuro dell’industria cinematografica attraverso l’uso dell’intelligenza artificiale, sottolineando potenziali vantaggi economici e pratici per la produzione di film.
Il dibattito sull’intelligenza artificiale nel cinema
Nel corso di un’intervista nel podcast World of Travel, O’Leary ha discusso le sue esperienze e investimenti nel settore dell’intelligenza artificiale, usando “Marty Supreme” come case study. L’imprenditore ha sollevato una questione interessante riguardo l’uso di comparse e le spese associate al loro impiego. Secondo O’Leary, ogni scena del film poteva richiedere fino a 150 comparse che, per molte ore, dovevano rimanere vestite e pronte, ma in realtà non avevano un ruolo attivo nella narrazione.
O’Leary propone un’idea rivoluzionaria: sostituire queste comparse con agenti generati dall’intelligenza artificiale, risparmiando così notevoli somme di denaro, permettendo ai registi di realizzare più film con budget ridotti. Il suo ragionamento si basa sull’osservazione che le comparse spesso non sono necessarie per sviluppare la trama, ma servono unicamente per creare un contesto visivo e dinamico nelle scene.
 
L’evoluzione delle comparse con l’intelligenza artificiale
Durante l’intervista, KEVIN O’LEARY ha anche espresso il suo supporto all’idea di utilizzare personaggi creati dall’intelligenza artificiale, come ad esempio TILLY NORWOOD, un’attrice generata digitalmente. Questa innovativa concezione ha suscitato dibattiti accesi a Hollywood, tanto da attirare l’attenzione del sindacato SAG-AFTRA, preoccupato per le implicazioni legate all’uso di intelligenza artificiale nel settore.
O’Leary ha affermato che Tilly Norwood rappresenta un esempio perfetto di come l’IA possa essere utilizzata in modo efficace, senza compromettere la qualità artistica. Ha descritto l’attrice virtuale come estremamente versatile, capace di interpretare qualsiasi età e disponibile a lavorare senza interruzioni. Questo approccio potrebbe ridurre i costi di produzione e aumentare la produttività, senza sacrificare la visibilità o l’impatto visivo del film stesso.
Le prospettive per il futuro della produzione cinematografica
In conclusione, le opinioni di O’Leary sulle potenzialità dell’intelligenza artificiale nel contesto cinematografico pongono interrogativi importanti sulla direzione futura dell’industria. Con un budget del film “Marty Supreme” che supera i 60 milioni di dollari, O’Leary avanza l’idea che l’adozione di tecnologie avanzate potrebbe consentire ai cineasti di realizzare opere più innovative e numerose, senza gravare eccessivamente sui costi.
Con il continuo sviluppo dell’intelligenza artificiale e la crescente presenza di attori virtuali, il panorama cinematografico potrebbe subire cambiamenti significativi nei prossimi anni, aprendo nuove opportunità creative e sfide. Le riflessioni di O’Leary, quindi, non solo evidenziano le possibilità offerte dalla tecnologia, ma invitano anche a una discussione più ampia sul futuro del cinema e sul ruolo che l’IA avrà in esso.
Unisciti alla Community su WhatsApp!
Non perderti le anticipazioni, i gossip e le news esclusive sulle tue serie turche preferite. Entra nella nostra community ufficiale e scopri tutto prima degli altri.
Entra nella Community