Il riconoscimento di Luca Guadagnino al premio fiesole
Luca Guadagnino ha recentemente ricevuto il prestigioso Premio Fiesole ai Maestri del Cinema, un onore conferito dal Sindacato Toscano dei Critici. Durante l’incontro con il pubblico che ha preceduto la cerimonia di premiazione, Guadagnino ha condiviso un aneddoto sulla sua carriera e sulla sua esperienza come critico cinematografico. Ha espresso una certa nostalgia per quel ruolo, affermando scherzosamente che se non fosse un regista, sarebbe ancora iscritto come critico professionista.
Guadagnino ha sottolineato l’importanza della critica cinematografica, osservando che oggi ci sono sempre meno critici in grado di interpretare profondamente il cinema. Ha evidenziato come il giudizio su un film non debba limitarsi a una semplice classificazione di “bello” o “brutto”, ma piuttosto dovrebbe incoraggiare una riflessione più ampia sull’opera stessa.
Il percorso artistico di Guadagnino e il suo impatto sul cinema
Il regista è noto per una serie di opere significative, come “Io sono l’amore” e “Bones and All”. Tuttavia, è stato “Chiamami col tuo nome” a segnare una svolta decisiva nella sua carriera, ottenendo ampi consensi e consacrando il suo talento. Durante la premiazione, Guadagnino ha ricevuto il premio da Carlo Antonelli, giornalista e produttore con cui ha collaborato a diversi progetti. Questa collaborazione ha generato una serie di “necrologi bizzarri” che i due hanno scritto insieme e che saranno raccolti in un libro.
Guadagnino ha discusso dei film che lo influenzano e delle sue preferenze personali, citando capolavori vari che spaziano dal dramma erotico portoghese “Il fantasma” di Joao Pedro Rodrigues all’horror “Drag Me to Hell” di Sam Raimi. Il regista ha chiarito come queste diverse opere riflettano la sua visione cinematografica e il suo eclettismo creativo.
Luca Guadagnino e la selezione del cast: un processo creativo fondamentale
Oltre alla sua carriera di regista, Guadagnino è considerato un intellettuale e un teorico del cinema. La sua reputazione lo precede e lo rende uno dei registi italiani più apprezzati a livello internazionale, con attori di fama mondiale desiderosi di lavorare con lui. Tra i nomi noti che ha diretto ci sono Tilda Swinton, Timothée Chalamet e Zendaya. Il regista ha condiviso che comporre un cast è un atto essenziale e ricco di responsabilità nella sua visione artistica.
Guadagnino ha rivelato che, durante una giuria al Festival di Venezia, Quentin Tarantino gli ha detto che il 50% del mestiere di un regista consiste nella scelta degli attori. Questa consapevolezza lo porta a essere molto protettivo riguardo alle sue decisioni, riconoscendo la complessità e le esigenze degli attori. La sua filosofia include anche l’apprezzamento per i non attori, creando così un equilibrio tra icone del cinema e volti nuovi.
La passione per il montaggio e l’eredità di Bernardo Bertolucci
Guadagnino ha parlato della sua ammirazione per il grande regista Bernardo Bertolucci, definendo il montaggio come l’arte più importante del cinema. Ha dedicato un documentario a Bertolucci nel 2021 e sta attualmente lavorando a un secondo progetto intitolato “Joie de vivre”. Guadagnino ha spiegato come il cinema non sia solo un mezzo narrativo, ma un modo per esplorare varie forme espressive, inclusi spot pubblicitari e documentari.
Il suo nuovo documentario su Bertolucci riflette la sua continua esplorazione della figura di questo iconico cineasta, intraprendendo riprese nella casa di Bertolucci utilizzando diversi strumenti. Guadagnino cerca di esplorare come il cinema possa essere accessibile e coinvolgente per tutti, anche con mezzi più diretti come un semplice smartphone.
I temi contemporanei e le nuove sfide del cinema
Guadagnino ha affermato la sua intenzione di affrontare temi provocatori e attuali nelle sue opere future. Attualmente, è impegnato nella realizzazione di un film intitolato “Artificial”, che esplorerà il mondo dell’intelligenza artificiale attraverso la storia di Sam Altman, interpretato da Andrew Garfield. Questo progetto evidenzia il suo interesse per questioni contemporanee e complesse, ponendo interrogativi rilevanti sulla diffusione e le implicazioni dell’intelligenza artificiale generativa.
Infine, il regista ha condiviso il suo rapporto con i suoi film, ammettendo di non rivederli dopo le prime proiezioni pubbliche, una pratica che lo tiene distante dal prodotto finale. Tra le sue opere preferite ci sono quelle meno conosciute e più personali, sottolineando la sua dedizione alla creazione di una filmografia coesa e significativa.
Guadagnino ha concluso il suo intervento con un riferimento all’importanza del suo collaboratore Carlo Antonelli, suggerendo che Antonelli avrà un ruolo cruciale quando realizzerà l’adattamento di “Camere separate”, un progetto a cui sta lavorando da tempo.
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