Un film che cattura l’essenza della vita veneta
Il nuovo film Le città di pianura, diretta da FRANCESCO SOSSAI, si presenta come un’opera significativa e originale del cinema italiano. Ambientato in una delle regioni più belle e complesse d’Italia, il film riesce a mescolare con maestria elementi di dramma e commedia, facendo emergere una narrazione che risuona profondamente con il pubblico. L’opera è stata accolta con entusiasmo e sarà nelle sale a partire dal 25 settembre 2025.
Una trama avvincente e ricca di dettagli
In Le città di pianura, il regista ci porta a esplorare la vita di due cinquantenni, Carlobianchi e Doriano, interpretati da SERGIO ROMANO e PIERPAOLO CAPOVILLA. Questi personaggi sono ritratti come uomini stropicciati, al centro di un’esistenza segnata dall’ossessione per il bere e da un’attesa lenta e ansiosa del ritorno di un amico, Genio (ANDREA PENNACCHI), scomparso dopo un’avventura in Argentina. La sceneggiatura, scritta da SOSSAI e ADRIANO CANDIAGO, delinea un racconto che riflette la complessità della vita umana, mettendo in luce relazioni e desideri nei contesti impossibili della provincia veneta.
La pellicola si distingue per il suo approccio realistico e per i dettagli che arricchiscono la narrazione. I protagonisti si muovono in una geografia evocativa, caratterizzata da paesaggi che spaziano tra il mare, la laguna e le colline, ma anche da un’urbanizzazione che ne altera il senso. La scelta di utilizzare occhiali eccentrici come simbolo di alienazione approfondisce ulteriormente i temi centrali del film.
Un viaggio ai confini dell’anima
Questa storia si evolve attraverso incontri casuali e situazioni buffe, come quello con Giulio (FILIPPO SCOTTI), uno studente d’architettura affascinato dal Memoriale di Brion. Il film si sviluppa in un crescendo emotivo, portando lo spettatore in un viaggio on-the-road attraversato da episodi di leggerezza e momenti di riflessione profonda. La realizzazione cinematografica è arricchita da una fotografia curata da MASSIMILIANO KUVEILLER e da una colonna sonora che accompagna perfettamente le emozioni dei personaggi, rendendo la visione un’esperienza coinvolgente.
Un affresco di amicizia e scoperta
Con Le città di pianura, FRANCESCO SOSSAI reinterpreta il concetto di amicizia attraverso una lente particolare, evidenziando i legami tra i tre protagonisti e il modo in cui si influenzano reciprocamente. Il film riesce a catturare la bellezza della connessione umana, mentre affronta anche il dolore e la disillusione. I rimandi a opere precedenti, come quelle dirette da ALDO, GIOVANNI E GIACOMO, offrono una sensazione di familiarità, pur mantenendo un’originalità inconfondibile.
Un atto d’amore per il cinema e per la vita
In conclusione, Le città di pianura rappresenta un chiaro esempio di come il cinema possa esplorare la complessità delle relazioni umane e del contesto in cui si sviluppano. Attraverso il suo mix di umorismo e malinconia, il film invita a una riflessione profonda su ciò che significa vivere e crescere, con tutti i suoi alti e bassi. Il lavoro di FRANCESCO SOSSAI merita di essere visto, non solo per la sua qualità artistica, ma anche per il messaggio universale che porta con sé: la ricerca di connessione e comprensione, un abbraccio necessario in un mondo che sembra spesso diviso.
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