La vedova di Stefano D’Orazio accusa Francesca Michelon di sfruttare il compagno come bancomat

Tiziana Giardoni vive un periodo di intensa amarezza legato a una situazione che tocca non solo la sua vita ma anche la memoria del compianto Stefano D’Orazio, scomparso il 6 novembre 2020. In un’intervista rilasciata al Corriere, Giardoni esprime la sua frustrazione riguardo alle critiche ricevute, sottolineando che è disposta ad affrontarle, ma non può tollerare che venga messa in dubbio la lealtà e l’integrità del marito. Per lei, la cosa più dolorosa è osservare come alcune narrazioni possano distorcere profondamente la realtà dei fatti.

Il nodo centrale delle controversie è costituito dalla richiesta di risarcimento per danni psicologici, che ammontano a 100mila euro, inoltrata da Francesca Michelon, la figlia mai riconosciuta dal batterista dei Pooh. Giardoni chiarisce che questa azione legale non rappresenta una novità, poiché le richieste di risarcimento erano già state avanzate in precedenza e ora vengono riproposte in appello.

Secondo Giardoni, i danni psicologici richiesti sono legati al grande dolore vissuto da D’Orazio, un uomo segnato dalla mancanza di un rapporto genuino con la sua figlia biologica. Giardoni narra di come le interazioni tra D’Orazio e Michelon si siano ridotte a richieste economiche incessanti, tanto che il musicista avrebbe finito per definirsi “un bancomat”. Questo continuo stress lo ha portato a dover seguire cure mediche e trattamenti antidepressivi.

Giardoni sottolinea con rammarico il desiderio di D’Orazio di costruire un legame autentico con Michelon, un desiderio che purtroppo non ha trovato riscontro. Racconta che con la propria figlia, Silvia, avuta con l’ex compagna Lena Biolcati, D’Orazio ha instaurato un rapporto paterno profondo, nonostante non fosse il genitore biologico. Tuttavia, con Michelon, le cose sono andate diversamente, poiché quest’ultima non sembrava interessata a ricevere affetto.

In seguito alle accuse di essere una figura intrusiva nella vita di Stefano, Giardoni si difende con decisione, affermando di aver sempre rispettato le volontà del marito, che a un certo punto aveva deciso di limitare gli incontri con la figlia per evitare ulteriore sofferenza. Per proteggere il proprio benessere emotivo, Giardoni e D’Orazio hanno optato per non avere figli, e lei riconosce che questa scelta, sebbene difficile, è stata fatta per amore.

Il momento più devastante per Giardoni è stato quello successivo alla morte di D’Orazio, quando gli avvocati di Francesca Michelon hanno richiesto un test del Dna sul corpo del musicista appena scomparso. Questo gesto, definito da Giardoni come profondamente doloroso, ha aggravato ulteriormente il suo stato d’animo. Oggi, Tiziana dichiara di trovare sostegno principalmente nella sua famiglia, alimentando la speranza che anche i membri dei Pooh possano dimostrare la loro vicinanza in questo momento difficile.

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