Intervista a Mario Venditti: Scopri la verità dietro l’omicidio di Chiara Poggi e le indagini mai svelate

L’ex procuratore di Pavia, Mario Venditti fa la sua prima apparizione televisiva per discutere delle indagini legate all’amico di famiglia Andrea Sempio nel contesto del caso Chiara Poggi. Le sue dichiarazioni sollevano questioni significative riguardo alla gestione delle archiviazioni e alle anomalie riscontrate durante il procedimento, riporta fatti già noti, ma con un occhio attento a dettagli inediti. L’omicidio avvenuto nel 2007 a Garlasco ha portato alla condanna definitiva dell’ex fidanzato di Chiara, Alberto Stasi, ma l’attenzione si è spesso rivolta anche a Sempio, il secondo indagato.

Il Ruolo di Mario Venditti nell’Indagine

Mario Venditti è entrato in scena nel 2016, quando gli è stato assegnato il fascicolo relativo a Andrea Sempio dopo che la procura generale di Milano ha ricevuto una denuncia dalla madre di Alberto Stasi. Lei sosteneva l’innocenza del figlio e suggeriva il possibile coinvolgimento di Sempio, allegando alla denuncia prove investigative raccolte dalla difesa, incluso il DNA di Sempio trovato sulla scena del crimine. Venditti afferma che il suo focus era esclusivamente sull’indagine su Sempio, mentre le indagini riguardanti Stasi erano gestite dalla procura e dal tribunale di Vigevano.

Decisioni Giudiziarie e Sviluppi

Il procuratore generale di Milano, Roberto Alfonso, ha inviato la denuncia sia alla procura di Pavia per ulteriori accertamenti, sia alla corte d’appello di Brescia. Quest’ultima non ha però avviato la revisione del processo, dato l’assenza di un’istanza formale. Venditti sottolinea l’importanza della sentenza emessa dalla Cassazione, che ha convalidato la condanna definitiva di Stasi, riconoscendo la sua esclusiva responsabilità nell’omicidio di Chiara Poggi, un giudicato che ha vincolato le indagini e limitato eventuali sviluppi nei confronti di Sempio.

Intervista a Mario Venditti: Scopri la verità dietro l’omicidio di Chiara Poggi e le indagini mai svelate

Intercettazioni e Riflessioni Controverse

Nell’ambito delle indagini su Sempio, sono state raccolte intercettazioni telefoniche che hanno attirato l’attenzione per alcune frasi ambigue. In diverse conversazioni, Sempio sembra mostrarsi sicuro riguardo all’andamento delle indagini, esprimendo commenti come “penso che i pm siano abbastanza dalla mia parte” e “ne abbiamo cannata una” in riferimento a uno scontrino. Questi passaggi hanno alimentato sospetti su possibili influenze o sostegni nei suoi confronti. Tuttavia, Venditti afferma che “non è mai stato dalla parte degli indagati”, interpretando quelle frasi come semplici sfoghi.

Conclusioni sull’Inchiesta

Durante l’inchiesta su Sempio, è stato effettuato un scrutinio dettagliato di tutta la documentazione, attraverso l’ascolto di testimoni e l’analisi delle intercettazioni. Nonostante questi sforzi, non sono stati trovati elementi sufficienti per procedere contro l’indagato o per proseguire le intercettazioni. Venditti rigetta l’idea di eventuali protezioni all’interno del procedimento, spiegando che le intercettazioni da sole non avrebbero potuto creare un quadro probatorio adeguato per un nuovo processo.

Nuove Le Vie dell’Indagine

Nel 2020, la procura ha ricevuto un’informativa che riguardava un presunto stalking ai danni dell’avvocato difensore di Stasi. I carabinieri avevano segnalato elementi che avrebbero potuto giustificare la riapertura di alcune piste investigative nel caso di Chiara Poggi. Tuttavia, Venditti ha chiuso la posizione di Sempio in soli 21 giorni. A chi critica la celerità della sua decisione, risponde: “la decisione è stata presa subito, perché le informazioni presentavano elementi già valutati nelle sentenze precedenti.”

Il Punto di Vista di Venditti

Venditti afferma senza riserve che Andrea Sempio non ha mai avuto un ruolo nell’omicidio di Chiara Poggi. Per lui, il verdetto finale della Cassazione rappresenta la verità processuale, indicando Alberto Stasi come unico responsabile. La sentenza e la relativa valutazione confermano la presenza di un solo colpevole sulla scena del crimine.

Riflessioni Finali e Nuove Direzioni

L’ex procuratore, ora in pensione dal luglio 2023 all’età di 72 anni, ha assunto la presidenza del casinò di Campione d’Italia, scelto per la sua competenza giuridica e istituzionale. Sottolinea che il suo compito è di natura amministrativa e legale, chiarendo di “non essere un giocatore e di non partecipare all’attività di gioco.” La situazione del casinò è complessa, data la sua involuzione in procedure di concordato e altre questioni giuridiche.

Le parole di Mario Venditti offrono uno sguardo che provoca riflessione e dibattito. È davvero giusto considerare chiusi i casi sulla base di sentenze definitive, anche quando emergono nuove informazioni? Come fan di questa intricata vicenda, mi chiedo se ci sia realmente spazio per una re-visione, o se la verità di questo caso rimarrà sempre in ombra. Cosa ne pensate voi, cari appassionati, troviamo pace nel rispetto della legge o ci manca qualcosa di fondamentale?


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