Il mondo di Luc Besson e le sue esperienze nel cinema
Luc Besson, rinomato regista francese, ha sempre dimostrato una passione straordinaria per il grande schermo e l’arte cinematografica. Con una carriera ricca di successi, la sua presenza in eventi come Lucca Comics & Games 2025 ha offerto ai fan e agli appassionati l’occasione di scoprire aneddoti interessanti legati alla sua vita e alla sua carriera. Durante la masterclass, Besson ha raccontato alcune delle sue esperienze più significative, coinvolgendo il pubblico con storie memorabili che delineano il suo percorso creativo.
Il regista ha avuto la fortuna di interagire con icone del cinema come Mel Gibson e Bruce Willis. Rievocando i momenti trascorsi insieme a Gibson, Besson ha condiviso un ricordo: “Mel era un bravo ragazzo, ai tempi di Braveheart aveva l’ufficio vicino al mio. Si affacciava spesso per salutarmi”. Tuttavia, nonostante la loro amicizia, non sono mai riusciti a collaborare professionalmente. Al contrario, la storia con Bruce Willis si è svolta in un contesto diverso, dove Besson ricordava come, durante una cena con Demi Moore, Willis gli avesse chiesto di lavorare insieme. Sebbene Besson stesse già preparando Il quinto elemento, ha dovuto rifiutare inizialmente per motivi economici, ma alla fine hanno trovato un accordo che ha permesso di realizzare il progetto.
Il successo e le sfide di Besson
Nonostante il notevole successo de Il quinto elemento, Besson ha chiarito che non ci sarà mai un sequel, spiegando il motivo dietro questa decisione. A suo avviso, il desiderio di continuare su quella strada non si allineava con la sua crescita artistica. “Io mi sento un vero artista dall’inizio. So che servono soldi per fare film, ma non faccio film per far soldi”, ha affermato, sottolineando la sua aspirazione a evolversi e a esplorare nuovi orizzonti creativi. Dopo vent’anni di richieste per un sequel, Besson ha spiegato che il suo obiettivo era quello di cambiare, di non limitarsi a produzioni nel genere sci-fi divertente, per cui era stato inizialmente conosciuto.
Nel corso della sua carriera, ha sperimentato generi diversi, come dimostra il suo lavoro su Giovanna d’Arco, un progetto che ha sollevato non poche preoccupazioni tra i produttori, che temevano per il risultato finale. Questa apertura all’innovazione è stata continuamente presente nel suo approccio cinematografico, portandolo a voler rompere con le aspettative e a cercare nuove sfide.
La collaborazione con Matilda De Angelis e la sua visione di casting
Per il suo recente progetto Dracula, Luc Besson ha scelto di avvalersi del talento dell’attrice italiana Matilda De Angelis. La decisione di ingaggiarla è stata frutto di un accurato casting, dove Besson ha visto in lei una potenzialità artistica unica. Descrivendo il processo di selezione, ha usato un’ardita metafora, paragonando il regista a un marinaio che naviga in acque incognite. Alcuni attori richiedono una direzione più attenta, mentre altri sono in grado di seguire le indicazioni senza esitazioni. De Angelis, a detta di Besson, è una “leonessa” che richiede una guida ferma per esprimere al meglio il suo talento.
Besson ha lodato la capacità di Caleb Landry Jones, altro attore con cui ha collaborato in precedenza. “Caleb è un genio. Sono molto fortunato a poter collaborare con lui”, ha dichiarato, evidenziando la naturale predisposizione di Jones ad affrontare qualsiasi ruolo a lui proposto. La sua generosità nell’interpretazione e il suo approccio schivo nei confronti del glamour di Hollywood rappresentano una qualità apprezzata da Besson, che lo descrive come un artista puro, lontano dalle superficialità del settore.
Consigli per i giovani cineasti da un maestro del cinema
Nel finale della sua masterclass, Luc Besson ha deciso di offrire consigli preziosi agli aspiranti cineasti. Ha condiviso la sua esperienza personale, ammettendo di essere stato completamente impreparato quando ha iniziato la sua carriera. “Quando ho iniziato a fare film non sapevo niente”, ha confessato, illustrando come la critica avesse attribuito a Il quinto elemento influenze da film che non aveva mai visto. Questa carenza di esperienza iniziale non lo ha fermato; Besson ha perseverato nel suo sogno e ha incoraggiato i giovani a non frenare la loro creatività.
Invitando le nuove generazioni a utilizzare i mezzi attuali come smartphone e computer per realizzare film, ha sottolineato che oggi c’è una maggiore accessibilità rispetto al passato. “Fate film, non state lì a pensare troppo. Se il primo fa schifo, il secondo andrà meglio”, ha detto, sottolineando la sua voglia di produrre costantemente opere cinematografiche. La sua filosofia risuona con un messaggio chiaro: se non si ha qualcosa da dire, è meglio rimanere in silenzio, ma chi ha una storia da raccontare dovrebbe farlo senza esitazione.
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