Il commissario Ricciardi 3 esplora la giustizia e l’antifascismo nella Napoli degli anni ’30

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Nella terza stagione della serie di Rai 1, i protagonisti si trovano a dover affrontare un potere sempre più opprimente. In questo contesto, la resistenza si manifesta attraverso scelte etiche personali, che diventano l’unica forma di opposizione possibile.

Il commissario Ricciardi e la sua etica personale

Il Commissario RICCIARDI non è un sovversivo nel senso tradizionale del termine, ma è un uomo che non compromette mai la giustizia per comodo. Il personaggio creato da MAURIZIO DE GIOVANNI e trasposto in televisione nella serie omonima incarna una sorta di antifascismo. Tuttavia, il suo approccio non si esprime mediante slogan o proclami, ma si manifesta nel suo rifiuto di voltarsi dall’altra parte, di accettare ingiustizie e sacrificare innocenti. Ambientata nella Napoli degli anni Trenta, la serie mette in evidenza come, in un sistema in cui la legge protegge gli interessi del regime, RICCIARDI scelga di perseguire un’unica via: quella della verità.

Una figura disallineata nella Napoli fascista

LUIGI ALFREDO RICCIARDI, privo di ambizioni politiche, dimostra un disallineamento silenzioso ma chiaro, specialmente considerato il suo incarico come commissario di pubblica sicurezza in un contesto fascista. Non partecipa alle cerimonie del regime, non si lascia intimidire nemmeno dalle minacce dei gerarchi e rifiuta scorciatoie. La sua particolare abilità, che gli consente di vedere le vittime di morte violenta, lo porta a trattare ogni persona con lo stesso rispetto, che sia ricco o povero, potente o emarginato. Questo approccio è inconciliabile con un regime che divide e discrimina.

Il commissario Ricciardi 3 esplora la giustizia e l’antifascismo nella Napoli degli anni ’30

Fedeltà alla coscienza e indagini rigorose

Nell’ottica di un sistema che richiede obbedienza, RICCIARDI resta fedele alla sua coscienza, la quale, sebbene afflitta da paure e angosce, continua a guidarlo. Ignora i richiami dei superiori, rifiuta promozioni facili e prosegue le sue indagini fino a quando non trova risposte soddisfacenti. Questa coerenza, piuttosto che una militanza evidente, lo rende un personaggio di significativa importanza nell’ambito dell’antifascismo. Osservare un individuo mantenere la propria integrità morale in un contesto corrotto rappresenta già una forma di dissenso.

L’importanza del supporto umano

Accanto a RICCIARDI ci sono figure come il brigadiere RAFFAELE MAIONE e il dottor BRUNO MODO, entrambi amici e rappresentazioni di diverse forme di opposizione. MAIONE è un uomo del popolo, animato da un forte senso di moralità, che lo tiene lontano da fanatismi. Nonostante il dolore per la perdita del figlio, riesce a trovare forza nella comunità invece che nel regime. D’altro canto, MODO è un antifascista dichiarato, brillante e colto, che non teme la repressione. Questa terza stagione lo vede affrontare una scelta difficile: prendersi cura del figlio della donna amata, piuttosto che cercare vendetta, un gesto che sovverte la logica della violenza.

Le donne nel contesto antifascista

Le figure femminili intorno a RICCIARDI offrono ulteriori esempi di resistenza. ENRICA sceglie un amore estraneo all’approvazione del regime, mentre BIANCA, una nobildonna sensibile, rischia la propria reputazione per proteggere i suoi cari. Livia, un’anima libera intrappolata in un amore non corrisposto, paga un prezzo altissimo per la sua indipendenza, diventando bersaglio delle ire di FALCO, il volto oscuro del potere. Un altro personaggio rilevante è BAMBINELLA, un femminiello dei Quartieri Spagnoli che sfida le norme e gode di rispetto in una comunità, dimostrando che la dignità non conosce etichette.

Il conflitto tra giustizia e oppressione

L’agente dell’OVRA FALCO emerge come il principale antagonista della stagione, freddo e ossessivo, pronto a manipolare prove e vite per controllare gli individui. Il suo scontro con RICCIARDI ha un significato profondo, simboleggiando la battaglia tra chi usa la legge come strumento di oppressione e chi la difende come valore fondamentale. FALCO rappresenta la corruzione del potere mentre RICCIARDI incarna la coscienza che cerca di resistere.

La rappresentazione del regime fascista

Attorno a RICCIARDI si muovono altre figure del regime, tra cui il vicequestore GARZO che rappresenta un’opportunità meschina, più preoccupato di mantenere il consenso di coloro che detengono potere. Al contrario, il maggiore MANFRED, ufficiale tedesco, porta con sé l’ombra del nazismo, incarnando un’idea di potere rigida e gerarchica. Questo contrasto mette in evidenza le molteplici sfaccettature del regime e come diverse personalità reagiscano a esso.

Il messaggio di una serie complessa

In conclusione, Il Commissario RICCIARDI ha la capacità di trasformare un noir in una riflessione profonda sulla responsabilità individuale e mette in luce le varie forme di antifascismo. I personaggi non si ribellano con le armi, ma con le loro scelte, contro la violenza sistematica. Restare umani, dire la verità e proteggere i più vulnerabili diventa, così, il loro modo di essere antifascisti, un messaggio il cui peso è incredibilmente attuale anche oggi.

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