Il contenzioso legale di Kevin Costner e la sua produzione
Il mondo del cinema è nuovamente sotto i riflettori a causa di controversie legali che coinvolgono figure di spicco come l’attore premio Oscar KEVIN COSTNER. Il fulcro della questione è una causa intentata da una stuntwoman, DEVYN LABELLA, che sostiene di essere stata costretta a girare una scena di violenza sessuale non prevista nel copione, violando le normative sindacali consolidate. Questa accusa ha sollevato molte domande e ha attirato attenzione sia sui diritti dei lavoratori nel settore che sulla responsabilità delle produzioni cinematografiche in merito alla sicurezza sul set.
LE ACCUSE CONTRO COSTNER sono emerse dopo l’uscita del primo capitolo della saga “HORIZON”, dove l’attrice ha riferito di un ambiente di lavoro ostile e di atteggiamenti inappropriati da parte dell’attore. In particolare, nella sua denuncia, LABELLA ha descritto un episodio in cui, durante le riprese, un attore si sarebbe comportato in modo aggressivo nei suoi confronti. La situazione ha sollevato interrogativi su come le produzioni affrontino tali problematiche e su quali misure di protezione vengano implementate per garantire un ambiente di lavoro sicuro e rispettoso.
La difesa di Kevin Costner e la sua risposta alle accuse
Nella sua difesa, KEVIN COSTNER ha definito le accuse “palesemente false” e ha lamentato il danno che queste potrebbero arrecare alla sua reputazione. Ha presentato una mozione per respingere la causa, sostenendo che le affermazioni di LABELLA fossero parte di una strategia per sfruttare la situazione a suo favore. Nell’ambito di questa dichiarazione, COSTNER ha sottolineato che l’intento di tali accuse sembra essere quello di generare clamore e guadagno economico a spese della sua immagine e della produzione di “HORIZON”.
In una dichiarazione giurata, COSTNER ha espresso disgusto per le accuse di stupro e aggressione, affermando che leggere di tali termini applicati a lui fosse un vero incubo. Ha cercato di chiarire che la scena in oggetto, sebbene potesse suggerire contenuti sessuali, non includeva nudità o simili, ma era concepita come una rappresentazione artistica di eventi drammatici, piuttosto che una simulazione di violenza sessuale. Questa differenza interpretativa è al centro della disputa legale e continuerà a essere discussa nei prossimi mesi nel corso del processo.
Le lacune nei protocolli di sicurezza sul set
Un elemento chiave emerso dalle dichiarazioni è il ruolo del coordinatore dell’intimità del film, che ha documentato delle carenze significative in termini di protocolli di sicurezza durante le riprese. Tali lacune includono l’assenza di pianificazione adeguata e una comunicazione inefficace, oltre alla mancanza di un set controllato. Questi aspetti sollevano preoccupazioni riguardo alla gestione delle scene delicate e al modo in cui le produzioni rispondono alle necessità di protezione dei membri del cast, specialmente in situazioni sensibili come quelle rappresentate nel film.
In reazione a tutto ciò, COSTNER e la sua società cercano di far valere la legge anti-SLAPP della California, che protegge la libertà di espressione su questioni di interesse pubblico. L’avvocato di COSTNER ha fatto presente che “HORIZON 2” affronta temi critici relativi alla condizione delle donne nel periodo post-bellico, enfatizzando la vulnerabilità subita da queste ultime, che giustificherebbe una maggiore protezione legale. Se la mozione anti-SLAPP dovesse essere approvata, il caso potrebbe subire un ritardo significativo, influenzando la timeline della produzione e la risoluzione della controversia legale.
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