Chloé Zhao e la sua visione del cinema
Durante il BFI London Film Festival 2025, la regista Chloé Zhao ha condiviso il suo approccio unico alla direzione cinematografica, evidenziando come la sua neurodivergenza influenzi profondamente la sua sensibilità emotiva. Questa caratteristica le consente di trasformare la tensione tra verità e finzione in un’autenticità cinematografica pura, arricchendo così le sue opere.
Con sincerità e ironia, Zhao ha raccontato al pubblico dell’importanza della sua esperienza come regista neurodivergente. Presentando il suo nuovo film intitolato Hamnet, l’autrice del celebrato Nomadland ha definito questa sensibilità non come un limite, ma piuttosto come una vera e propria “superpotenza”. Tale prospettiva rivela la sua capacità di percepire e interpretare le emozioni umane in modo profondo e complesso.
La neurodivergenza come risorsa creativa
Durante l’incontro al festival, la regista premio Oscar ha riflettuto sull’impatto della neurodivergenza nel suo processo creativo. Ha espresso la sua continua curiosità riguardo le difficoltà nell’integrarsi completamente nelle dinamiche sociali e nel comprendere le interazioni quotidiane. Zhao ha descritto la sua mente come un ricettore di stimoli unici, capace di cogliere dettagli che spesso sfuggono agli altri.
Questa ipersensibilità, come ha osservato con un sorriso, può complicare le relazioni quotidiane. Ha scherzato dicendo che può percepire quando qualcuno sorride ma è triste, portandola a porre domande inaspettate che non sempre sono ben accolte. Tuttavia, questa “disfunzione” rappresenta una forza creativa straordinaria per Zhao, che ha imparato a riconoscere i modelli comportamentali e a prevedere situazioni prima che si verifichino. Questo talento si rivela essenziale sul set, dove la regista è in grado di sentire quando un’interpretazione non risuona correttamente con gli attori.
Un metodo di ricerca della verità
Zhao ha descritto il suo metodo di lavoro come una costante ricerca di verità interiore, prestando particolare attenzione alle dissonanze emotive che emergono anche al di fuori del copione. Ha parlato di quanto sia importante per lei che gli attori mostrino la loro autenticità, lasciando cadere le maschere. Questi momenti di vulnerabilità sono, secondo Zhao, estremamente preziosi e conducono a esperienze cinematiche autentiche.
In questo contesto, ha fatto riferimento al suo ultimo film, Hamnet – Nel Nome Del Figlio, presentato a Londra con la partecipazione di Paul Mescal e Jessie Buckley. Ambientato nel mondo di Shakespeare, il film esplora il dolore e la perdita con una delicatezza poetica, riflettendo lo stile intimo e contemplativo che ha reso famosa la regista.
Creare ambienti propizi al lavoro creativo
Durante la conversazione, Zhao ha anche discusso di come la sua percezione del mondo influenzi la creazione degli ambienti di lavoro. Ha espresso preoccupazione riguardo al ritmo frenetico e rumoroso della società contemporanea e come ciò possa ostacolare la creatività. Per questo motivo, si impegna a creare set che siano salutari e stimolanti per sé stessa e per la sua squadra, poiché vede nella neurodivergenza non un ostacolo, ma una lente attraverso cui amplificare la percezione e l’interpretazione della realtà.
Il suo cinema sposta continuamente l’attenzione tra la concretezza del mondo e la dimensione interiore, cercando di trasformare la fragilità umana in linguaggio cinematografico. Zhao ha concluso il suo intervento enfatizzando l’idea che, se si riesce a trovare un accordo con la propria dissonanza, è possibile creare armonia anche all’interno del rumore del mondo.
Unisciti alla Community su WhatsApp!
Non perderti le anticipazioni, i gossip e le news esclusive sulle tue serie turche preferite. Entra nella nostra community ufficiale e scopri tutto prima degli altri.
Entra nella Community