Guillermo del Toro esprime la sua particolare fascinazione per la morte e il suo arrivo

Il messaggio di Guillermo del Toro al Marrakech Film Festival

Durante il Marrakech Film Festival, il regista messicano GUILLERMO DEL TORO ha affrontato la tematica della morte, rivelando una sorprendente serenità nei confronti della sua inevitabilità. La sua riflessione profonda, condita da una vita dedicata alla narrazione e all’arte, ha catturato l’attenzione di un pubblico variegato composto da partecipanti, giornalisti e studenti di cinema. DEL TORO ha condiviso le sue idee sul tema, ponendo domande provocatorie sul valore della vita e sulla percezione della morte nel contesto attuale.

Questa discussione non è casuale, poiché l’ultima opera di DEL TORO affronta in modo sottile ma incisivo il tema della nascita. Il regista ha messo in evidenza quanto sia importante per gli artisti confrontarsi con questioni esistenziali. Durante il suo intervento ha esclamato: “Perché dovreste voler vivere più a lungo?”, evidenziando come la morte possa essere vista in una luce positiva. Ha enfatizzato che il momento finale della vita rappresenta una liberazione dai problemi quotidiani, un pensiero che ha risonato profondamente con molti degli ascoltatori presenti.

Riflessioni sull’arte e le emozioni

Nella conversazione, moderata dalla sceneggiatrice KIM MORGAN, DEL TORO ha esplorato la sua carriera di cinquant’anni e l’impatto dei poeti romantici sulla sua visione artistica. Questo legame con la tradizione letteraria è chiaramente visibile in molte delle sue opere, tra cui l’adattamento del classico gotico di MARY SHELLEY, “FRANKENSTEIN”. DEL TORO ha rievocato il suo primo incontro con la figura iconica interpretata da BORIS KARLOFF, descrivendo come questa esperienza lo abbia segnato profondamente. La sua ammirazione per il mostro di FRANKENSTEIN si è trasformata in una sorta di culto personale, paragonabile a quello che sua nonna nutriva per Gesù.

Quattro anni dopo quella prima visione, DEL TORO scoprì un’edizione tascabile di “FRANKENSTEIN” e lo lesse avidamente. Da quel momento, il suo sogno di realizzare una propria versione del capolavoro si è intensificato, fino a concretizzarsi nell’epico film approdato su Netflix, con protagonisti OSCAR ISAAC e JACOB ELORDI. Dopo aver presentato questa opera, il regista ha ammesso di trovarsi in una fase di “depressione post-partum”, una sensazione comune fra creatori artistici dopo la conclusione di un progetto tanto atteso.

Le emozioni nella società contemporanea

Nel corso del suo intervento, DEL TORO ha parlato dell’importanza delle emozioni nella sua vita e nel suo lavoro. Definendosi messicano, ha sottolineato quanto profonde siano le emozioni nel contesto culturale latinoamericano. Ha riscontrato una pericolosa tendenza nella società odierna, dove le emozioni sono spesso viste come segni di debolezza e ridicolizzate, contrariamente alla saggezza apparente del cinismo. Questa riflessione ha suscitato interrogativi sulla salute dell’anima collettiva, invitando tutti a riconnettersi con le proprie emozioni e ad abbracciarle senza paura.

In sintonia con il pensiero dei romantici, DEL TORO ha espresso il desiderio di rendere “FRANKENSTEIN” più di un semplice film, ma piuttosto una “lirica” che possa evocare sentimenti autentici nello spettatore. Ha anche affermato che per avere successo è necessario accettare il rischio del fallimento e mostrarsi pronti a sembrare ridicoli. Questa apertura al fallimento è una delle chiavi del suo approccio creativo e una filosofia che incoraggia l’autenticità nell’arte.

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