Ridurre gli Sprechi: La Giornata Mondiale degli Sprechi Alimentari
Il 29 settembre segna la Giornata mondiale contro lo spreco alimentare. In questa occasione, Andre Segrè, un esperto in agroeconomia e docente all’Università di Bologna, ha condiviso con il Corriere della Sera alcuni suggerimenti preziosi per combattere lo spreco a partire dalla spesa, sfatando anche alcuni miti riguardo alle date di scadenza.
Un Pioniere della Lotta Anti-Spreco
Segrè è un vero pioniere in questo settore. Fondatore della cooperativa Last Minute Market nel 1998, ha dedicato la sua carriera a ridurre gli sprechi alimentari, distribuendo cibo invenduto alle mense della Caritas e alle case famiglia. La sua influenza si estende anche alla legge Gadda del 2016, che combatte non solo lo spreco alimentare, ma anche quello farmaceutico e di altri beni.
Strategie Efficaci per Evitare gli Sprechi
Secondo Segrè, un passo fondamentale per ridurre il cibo sprecato è fare una lista della spesa e resistere alle tentazioni di acquisti impulsivi o offerte allettanti. Inoltre, è cruciale prestare attenzione alle scadenze: “I prodotti posizionati in fondo agli scaffali scadono più tardi. Se uno yogurt scade domani, non significa che i batteri muoiano tutti insieme” spiega l’esperto.
Decifrare le Date di Scadenza
Molti consumatori fraintendono le date di scadenza, specialmente la frase “da consumarsi preferibilmente entro”. Segrè chiarisce che questa indicazione serve più a garantire il turnover della merce sugli scaffali che a tutelare la salute. Racconta un aneddoto divertente: “Ho trovato una farfallina nella pasta e ho pensato: tanto, si bolle, e gli insetti saranno la dieta del futuro. Un tonno in scatola aperto cinque anni dopo la scadenza era ancora buonissimo”. Questo dimostra come alcuni alimenti, come lo yogurt, possano essere ancora consumabili se si segue il buon senso: “Lo annusi, assaggi, controlli se è acido”.
Un Cambiamento Necessario
Segrè ha registrato una diminuzione del dieci percento nella quantità di cibo sprecato nell’ultimo anno, con 28,9 chili di cibo buttato a testa, corrispondente a 1,7 milioni di tonnellate e 7,46 miliardi di euro. Ma avverte che questo cambiamento non è frutto di una maggiore consapevolezza collettiva: “Abbiamo ridotto gli sprechi perché la crisi ci ha costretti a risparmiare”.
Un Futuro di Recupero e Educazione
La legge Gadda, racconta Segrè, ha incentivato chi si occupa di recuperare eccedenze e rifiuti, dimostrando che il recupero è un’opzione valida. Tuttavia, sottolinea la necessità di investire in prevenzione ed educazione alimentare sin dalle scuole. Nel 2026, pubblicherà un’opera Treccani sullo spreco alimentare, spiegando che sprechiamo perché non attribuiamo valore al cibo.
Personalmente, trovo che la battaglia contro lo spreco alimentare sia una causa fondamentale e urgente. È incredibile come spesso sottovalutiamo il valore del cibo che abbiamo a disposizione. Voi cosa ne pensate? Quali piccoli gesti quotidiani adottate per contribuire a questa importante causa? Condividete le vostre idee!
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