Giorgio Locatelli: il ricordo dei soprannomi ricevuti a Parigi e il parere della nonna sugli chef

Giorgio Locatelli, uno degli chef più acclamati in Europa, ha un percorso che affonda le radici nella sua infanzia. A soli otto anni, passava i pomeriggi nella cucina del ristorante di famiglia, dove imparava a mescolare besciamella e a preparare macedonie. Oggi, all’età di 62 anni, è diventato un volto noto della televisione, tornando come giudice per l’ottava stagione di MasterChef. La sua presenza nel programma, che avrà inizio martedì 11 dicembre, è caratterizzata da un entusiasmo che non sembra affatto diminuito nel corso degli anni. In un’intervista rilasciata a Gente, Locatelli ha condiviso come questa esperienza abbia trasformato la sua vita, offrendo nuove opportunità e spunti di riflessione sul suo futuro.

Il ruolo di Giorgio Locatelli in MasterChef

Locatelli condivide il palcoscenico di MasterChef con due celebrità della cucina italiana: Antonino Cannavacciuolo e Bruno Barbieri. Mentre mettono alla prova i concorrenti in questa nuova edizione, Locatelli riflette sulla sua esperienza di formazione, molto diversa da quella che i giovani chef vivono oggi. Durante il suo apprendistato al rinomato ristorante Tour D’Argent di Parigi, ha affrontato momenti difficili, inclusi episodi di umiliazione. Lo chef racconta che non veniva mai chiamato per nome, ma solo con un soprannome dispregiativo che i francesi riservano agli italiani. Queste esperienze lo hanno fortificato, permettendogli di comprendere il valore del rispetto e della dignità in cucina.

Ricordi e influenze familiari

Locatelli ha parlato anche dei ricordi legati alla sua infanzia, in particolare delle lacrime della nonna alla notizia che avrebbe scelto di diventare chef. La figura della nonna è stata fondamentale nella sua crescita, offrendo supporto mentre i genitori erano occupati nel ristorante di famiglia. Locatelli ricorda come la nonna fosse scettica riguardo alla professione di cuoco, sostenendo che i cuochi erano considerati “pazzi” e trascurati. Tuttavia, il suo amore per la cucina e la passione per il suo lavoro lo hanno portato a percorrere una strada di successo e riconoscimento.

La chiusura della Locanda e nuovi progetti

Recentemente, Giorgio Locatelli ha affrontato anche il tema della chiusura della sua Locanda, spiegando che le crescenti spese e l’aumento dell’affitto hanno reso insostenibile l’attività. Nonostante i successi economici passati, la realtà del ristorante non era più vantaggiosa. Locatelli ha rivelato che i profitti erano minimi, mentre lui e sua moglie lavoravano instancabilmente. Oggi si concentra su nuovi progetti, incluso un ristorante che gli offre maggiore libertà e tempo per se stesso. Senza rimpianti, ha trovato un nuovo equilibrio nella vita, dedicandosi ad attività come il pilates e godendosi le serate in tranquillità davanti a un buon libro.

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