Garlasco, l’avvocato Infante: critiche infondate, la difesa di Sempio smonta gli allarmi generali

Nel corso della puntata di Ore 14 del 4 dicembre 2025, è stata esaminata la perizia genetica effettuata dalla dottoressa Denise Albani riguardo al DNA rinvenuto sulle unghie di Chiara Poggi. Questo tema ha catturato l’attenzione del pubblico e generato nuove discussioni tra esperti e legali coinvolti nel caso.

Analisi del DNA e reazioni della difesa

Durante il programma, Milo Infante ha presentato i risultati della perizia, evidenziando che le tracce genetiche raccolte possono essere collegate alla linea paterna di Andrea Sempio. Questa affermazione ha scatenato un acceso dibattito tra gli esperti, con alcuni giornalisti e avvocati che hanno espresso dubbi sulla validità delle conclusioni della dottoressa Albani.

Rita Cavallaro, nota giornalista de Il Tempo, ha commentato la scoperta che il DNA trovato sulle unghie di Chiara non fosse degradato, contrariamente a quanto ritenuto in precedenza. Secondo Cavallaro, questo rappresenta un punto cruciale poiché dimostra che il materiale biologico può essere chiaramente attribuito a una persona specifica, escludendo Alberto Stasi, come erroneamente suggerito in passato. La giornalista ha inoltre sottolineato che i dati presentati sono stati valutati in modo conservativo e che c’è una compatibilità forte con i profili genetici di Sempio.

Questo nuovo sviluppo solleva interrogativi importanti sulla qualità e l’affidabilità della prova scientifica e sulla sua interpretazione da parte della difesa, che ha il compito di dimostrare eventuali contaminazioni.

Le opinioni diverse degli esperti

Le diverse opinioni sull’interpretazione della perizia continuano a occupare le pagine dei quotidiani. Piero Fachin, condirettore di QN, ha espresso scetticismo riguardo alla certezza dei risultati. Secondo Fachin, sebbene ci sia una potenziale corrispondenza tra l’aplotipo Y e Sempio, rimangono dubbi significativi che potrebbero compromettere l’affidabilità di tali evidenze.

Angela Taccia, avvocato di Sempio, ha descritto la situazione come priva di novità decisive, escludendo la presenza di elementi incriminanti contro il suo assistito. Anche Liborio Cataliotti, collega di Taccia, ha messo in luce le possibili anomalie nei risultati, suggerendo che potrebbero trattarsi di artefatti derivanti dall’analisi mixata di più materiali genetici.

La tensione continua a crescere attorno al caso, con le parti coinvolte pronte a combattere per dimostrare la propria innocenza o colpevolezza, mentre l’opinione pubblica rimane attenta alle evoluzioni della vicenda.

Un caso che si complica ulteriormente

L’inchiesta sul delitto di Garlasco, risalente al 2007, si complica ulteriormente con l’emergere di nuovi dettagli. Infante ha messo in evidenza che le tracce di DNA su un presunto mignolo di Chiara, non rilevate precedentemente, offrono ora un alto livello di compatibilità, creando ulteriore confusione sul processo di analisi. Inoltre, la segnalazione della perdita di una provetta ha suscitato preoccupazioni riguardo all’accuratezza delle indagini.

Le responsabilità di queste omissioni ricadono su tutti gli attori coinvolti e potrebbero influenzare la percezione del caso, rendendolo ancora più intricato. Le varie posizioni sui risultati presentati nella perizia stanno alimentando un acceso dibattito pubblico su come gestire le prove scientifiche in contesti così delicati e controversi.

Con la prossima udienza per le indagini preliminari in arrivo, le aspettative sono alte e le pressioni crescenti per ottenere chiarezza su un caso che continua a suscitare emozioni forti e opinioni divergenti.

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