Novità sulle indagini sul delitto di Garlasco
Le recenti evoluzioni nell’ambito delle indagini riguardanti il delitto di Garlasco hanno suscitato un rinnovato interesse da parte dell’opinione pubblica. Gli inquirenti stanno lavorando per stabilire se il DNA rinvenuto sulle unghie di Chiara Poggi appartenga effettivamente ad Andrea Sempio, attualmente sotto indagine. La questione si fa ancor più complessa, poiché è emersa la possibilità che la famiglia di Sempio possa aver corrotto funzionari per favorire l’archiviazione del caso, avvenuta in tempi brevi. A tal proposito, Mario Venditti, il pubblico ministero che ha gestito l’indagine nel 2017, è ora indagato per corruzione in atti giudiziari, accusa che coinvolge anche Giuseppe Sempio, il padre di Andrea.
Nelle ultime ore, sono stati interrogati tre avvocati che assistevano un amico del fratello della vittima. Durante gli interrogatori, i legali hanno confermato che le somme ottenute dai genitori di Sempio erano destinate a coprire le spese legali. Tuttavia, il tribunale del Riesame ha negato la richiesta dell’ex procuratore per riottenere il proprio cellulare, dispositivo su cui si sta effettuando un’analisi approfondita per chiarire la sua condotta durante le indagini.
Un momento cruciale per le inchieste collegate
Il periodo attuale rappresenta una fase decisiva per le indagini collegate al caso di Garlasco, in particolare per quanto riguarda Andrea Sempio, accusato di concorso in omicidio. Parallelamente, l’inchiesta sul pubblico ministero Mario Venditti, sospettato di aver ricevuto tangenti per archiviare il caso, sta attirando attenzione e preoccupazione. Durante un recente intervento nel programma “Dentro la notizia”, Venditti ha ribadito la sua estraneità alle accuse, lamentando la mancata presentazione di verbali cruciali da parte degli inquirenti, episodio che considera un atto di scorrettezza. La situazione diventa sempre più intricata, mentre la verità sembra sfuggire a ogni nuova rilettura delle evidenze raccolte.
Nuzzi, uno degli esperti presenti in studio, ha sottolineato come le dichiarazioni fatte dai tre avvocati potrebbero ridurre la gravità della posizione di Venditti. I legali hanno affermato che i fondi dalla famiglia Sempio erano destinati esclusivamente al pagamento delle parcelle legali. Venditti ha confermato questa informazione, affermando di essere considerato il destinatario finale dei presunti pagamenti, ma ha anche posto l’accento sulla necessità di indagare più a fondo riguardo ai movimenti di denaro.
Tensioni e polemiche tra gli avvocati
Nel contesto delle indagini, si intensificano le polemiche relative alle dichiarazioni degli avvocati coinvolti. In studio, Fabrizio Gallo ha difeso Lovati, ex legale di Sempio, ora implicato in un’accusa di diffamazione. Gallo ha dichiarato che il suo assistito ha ricevuto compensi per il lavoro svolto, ma si mostra scettico riguardo agli altri due avvocati, affermando che il loro cambiamento di versione potrebbe indicare una mancanza di trasparenza. Secondo Gallo, è fondamentale esaminare la documentazione relativa ai pagamenti, poiché la verità potrebbe emergere solo attraverso un’analisi approfondita degli eventi passati.
Il dibattito si accende ulteriormente quando Gallo osserva che un interrogatorio può trasformarsi rapidamente, passando dallo stato di testimone a quello di indagato. Nuzzi, reagendo alle affermazioni di Gallo, ha messo in discussione l’affidabilità delle parole degli avvocati coinvolti, suggerendo che potrebbero non aver detto la verità fin dall’inizio. Nel frattempo, l’avvocato De Rensis ha concluso con una frase che risuona nell’ambiente giuridico: “Ci sarà un inverno caldo”, simbolo di un clima teso e carico di aspettative riguardo all’evoluzione delle indagini in corso.
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