Frankenstein, Guillermo del Toro colpito da Jacob Elordi: la bellezza non lo ha intimidito

Il nuovo film di Guillermo del Toro e la creatura che affascina

Il regista messicano GUILLERMO DEL TORO ha recentemente rivelato il suo approccio alla realizzazione della nuova pellicola dedicata a FRANKENSTEIN, presentata al Toronto International Film Festival. Con un cast stellare che include OSCAR ISAAC, MIA GOTH, JACOB ELORDI, CHRISTOPH WALTZ, RALPH INESON e FELIX KAMMERER, il progetto ha già suscitato l’interesse del pubblico e degli esperti del settore.

La scelta di JACOB ELORDI per interpretare il mostro creato dallo scienziato è stata una decisione audace e meditata. DEL TORO ha espresso chiaramente di non aver mai fatto caso all’aspetto fisico dell’attore, ma piuttosto alla sua forza espressiva. Nonostante il personaggio che avrebbe dovuto rappresentare fosse esteticamente orribile, il regista crede fermamente che ELORDI sia l’interprete giusto per questo ruolo complesso.

Preparazione per il ruolo: tra teatro-danza e relazioni umane

Per prepararsi al suo lavoro, DEL TORO ha suggerito a ELORDI di studiare il butoh, una forma tradizionale di teatro-danza giapponese. Questa disciplina, nota per la sua intensa espressività e i suoi movimenti corporei evocativi, è considerata fondamentale per interpretare un personaggio dalla psicologia sfumata come la creatura di FRANKENSTEIN.

Frankenstein, Guillermo del Toro colpito da Jacob Elordi: la bellezza non lo ha intimidito

Secondo il regista, la creatura è paragonabile a un bambino, capace di passare rapidamente da stati di furia a momenti di serenità. DEL TORO ha detto a ELORDI che avrebbero esplorato le fasi di sviluppo infantile, discutendo di come un individuo possa evolvere da un essere senza coscienza a una persona in grado di prendere decisioni consapevoli. Ha altresì invitato l’attore a osservare il comportamento del suo cane, evidenziando come anche gli animali possano manifestare una gamma di emozioni simili.

I temi dell’umanità nel cinema di Guillermo del Toro

GUILLERMO DEL TORO ha sempre avuto una visione profonda sugli attori e sulla loro funzione narrativa. Secondo lui, “gli attori sono il 50% dei loro occhi”, un’affermazione che sottolinea l’importanza dell’espressione visiva nella recitazione. Il regista si è rifatto alle parole di BILLY FRIEDKIN, suggerendo che il paesaggio più affascinante del cinema sia rappresentato dall’essere umano.

Con questa prospettiva, la direzione artistica del film promette di portare sullo schermo una riflessione profonda su temi universali come la bellezza, l’orrore e l’umanità. L’approccio innovativo di DEL TORO, unito alla potenza espressiva di ELORDI e al resto del cast, fa ben sperare per il futuro di questo adattamento cinematografico del classico di Mary Shelley.

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