La Flotilla e la Missione Umanitaria verso Gaza
Dopo il rimpatrio di quattro parlamentari avvenuto ieri, altri 26 italiani hanno lasciato Israele, dopo essere stati coinvolti nella missione umanitaria Flotilla diretta a Gaza. Questo gruppo è stato fermato mercoledì sera mentre si trovava a poche decine di miglia dalla costa. Un volo charter, che ha trasportato 137 attivisti di diverse nazionalità, è atterrato nel pomeriggio a Istanbul e successivamente i passeggeri sono ripartiti per Roma e Milano in serata. Tra i rientrati c’è anche Paolo Romano, consigliere regionale lombardo del Pd. Tuttavia, 15 connazionali restano ancora in carcere.
Detenzione e Attese di Espulsione
“Rimarranno in Israele per un altro paio di giorni poiché non hanno firmato la liberatoria”, ha dichiarato il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. La legge israeliana prevede una detenzione di 72 ore per chi si rifiuta di firmare. “Coloro che rimangono lo fanno perché con i nostri passaporti privilegiati possono proteggere gli altri”, ha aggiunto Maria Elena Delia, portavoce del Global Movement to Gaza, sottolineando anche la disponibilità del movimento a coprire le spese di viaggio. Le costose spese per i connazionali già rilasciati sono state sostenute dalla compagnia turca Turkish Airlines.
Azioni Legali e Accuse di Sequestro
Nel frattempo, il team legale italiano della Flotilla ha sporto denuncia presso la Procura di Roma riguardo al fermo degli equipaggi e all’attacco aereo subito dalle imbarcazioni in acque internazionali. Durante una conferenza stampa con i parlamentari rilasciati da Israele, Delia ha affermato: “Si è trattato di un sequestro, poiché l’arresto presuppone la commessione di un reato, ma in questo caso non ci sono stati crimini”. Accanto a lei, il deputato del Pd Arturo Scotto, l’eurodeputata dem Annalisa Corrado, il senatore M5S Marco Croatti e l’eurodeputata di Avs Benedetta Scuderi, hanno rievocato i momenti più critici della missione.
Solidarietà per i Detenuti e Critiche alla Politica
Croatti ha esortato a formare un fronte unito per riportare a casa tutti i detenuti ancora in custodia, mentre Scuderi ha ricordato l’esperienza traumatica dell’interrogatorio e delle perquisizioni senza accesso ai legali. Scotto ha definito il loro rilascio come un atto unilateralmente deciso da Israele e ha lamentato la mancanza di comunicazione da parte della premier Meloni, contrapponendo il dialogo avuto con il ministro Crosetto durante la crisi. Le parole di Scotto sono state cariche di risentimento nei confronti delle istituzioni, affermando che “nessun presidente del Consiglio può mettere in discussione le azioni di un parlamentare”, criticando aspramente l’idea che la Flotilla possa ostacolare la pace.
Dure Condizioni di Detenzione e Nuove Partenze
Nuove informazioni riguardanti le condizioni nel centro di detenzione sono arrivate anche dall’attivista ambientale Greta Thunberg, che ha denunciato trattamenti inumani, compresi scarsità di acqua e cibo. Tra i 26 italiani rimpatriati vi è anche Paolo Romano, il quale ha descritto la loro esperienza come “trattamenti disumani, violenze fisiche e psicologiche” da parte delle autorità israeliane. Nel frattempo, la Flotilla bis continua il suo cammino verso la Striscia, con due barche partite da Otranto e otto da Catania, pronte a portare avanti la loro missione.
È davvero straziante leggere e ascoltare storie di oppressione e violenza contro coloro che si battono per la giustizia. Come fan di queste cause umanitarie, mi chiedo: quanto tempo dovremo ancora aspettare affinché si faccia giustizia? Non possiamo rimanere in silenzio di fronte a queste ingiustizie. Qual è la vostra opinione su quello che sta accadendo? Dobbiamo mobilitarci tutti per il supporto?
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