Scopriamo il film e le sue protagoniste
Il nuovo film “Familiar Touch” si presenta come un’opera densa di emozioni e riflessioni, toccando temi universali e profondi. In occasione della sua uscita nelle sale, abbiamo avuto l’opportunità di incontrare la regista SARAH FRIEDLAND e l’attrice KATHLEEN CHALFANT, che ci hanno parlato della loro visione e delle sfide affrontate durante la realizzazione del film. Entrambe parlano fluentemente l’italiano, dimostrando grande affinità con il nostro paese. “Familiar Touch” ha già ottenuto riconoscimenti significativi al Festival di Venezia 2024, tra cui il premio Orizzonti per la miglior regia e una menzione speciale per l’interpretazione femminile. Questo successo anticipa una carriera promettente per questa pellicola intima e sincera.
La trama del film ruota attorno alla vita di RUTH, interpretata da KATHLEEN CHALFANT, un’anziana donna che si confronta con i primi segni di demenza senile. Attraverso gli occhi di RUTH, il pubblico è invitato a esplorare una nuova quotidianità caratterizzata dalla vita in una casa di riposo, dove relazioni e esperienze umane si intrecciano in modi toccanti. La decisione di rappresentare la storia dal punto di vista di RUTH e non degli altri personaggi emerge come un elemento distintivo nella narrazione.
Il film: oltre il tema della malattia
Il titolo “Familiar Touch” suggerisce non solo un legame emotivo, ma anche un profondo rispetto per la dignità umana. SARAH FRIEDLAND spiega come il film si distacchi dagli stereotipi tradizionali associati alla demenza e alla senilità. “Non volevo descrivere una persona senza memoria; piuttosto, ho voluto mettere in evidenza i sensi e le esperienze più che la mancanza di ricordi”, afferma la regista. Questo approccio intende dare voce a coloro che vivono situazioni simili, mostrando la complessità delle emozioni e delle relazioni all’interno di un contesto spesso stigmatizzato.
KATHLEEN CHALFANT aggiunge che, nonostante le difficoltà di RUTH, la protagonista vive intensamente il momento presente. “Chi soffre di queste patologie spesso si concentra sull’immediatezza della vita, ancorandosi alle esperienze quotidiane”, spiega l’attrice. Questa prospettiva invita lo spettatore a riflettere sulla propria esistenza e sull’importanza di vivere nel presente, senza farsi sopraffare da preoccupazioni passate o future.
Riflessioni sulla società contemporanea
Il film affronta anche la questione dell’assistenza, un tema cruciale nella nostra società moderna. SARAH FRIEDLAND fa notare che, sebbene l’assistenza venga spesso percepita come un onere, in realtà rappresenta un aspetto fondamentale della vita umana. “Tutti noi sperimentiamo momenti in cui necessitiamo di supporto, e questo dovrebbe essere visto come un’esperienza condivisa piuttosto che un peso”, sottolinea. La narrazione di “Familiar Touch” desidera quindi rimuovere la stigma associata all’assistenza, mostrando come possa essere un momento di connessione e crescita personale.
Le conversazioni tra le due interlocutrici mettono in evidenza il bisogno di umanità in un mondo sempre più disumanizzante. SARAH FRIEDLAND rimarca che i temi dell’Alzheimer e della demenza sono sempre più presenti, non solo nel cinema ma anche nella vita reale. “Queste patologie stanno aumentando e, raccontandole attraverso il cinema, possiamo mantenere viva la connessione con esperienze comuni”, afferma.
Un messaggio di umanità e resistenza
“Familiar Touch” si presenta dunque come un’opera poetica e intima che invita a una riflessione profonda sul valore della vita e delle relazioni. SARAH FRIEDLAND conclude l’intervista evidenziando l’importanza di promuovere più umanesimo, tanto nel cinema quanto nella politica. Questo appello risuona con forza, specialmente in un’epoca in cui la violenza e la disumanizzazione sembrano prevalere.
Allo stesso modo, KATHLEEN CHALFANT sottolinea il ruolo del cinema come strumento per mantenere viva la connessione tra le persone. “È attraverso le storie che possiamo coltivare la nostra umanità e resistere a forze distruttive. Dobbiamo raccontare le nostre storie”, afferma. In questo modo, “Familiar Touch” diventa non solo un film, ma anche un invito a celebrare la vita e a resistere insieme alle avversità.
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