Alla Mostra del Cinema di Venezia 2025, ha debuttato “Duse”, l’ultima opera di Pietro Marcello, che porta sul grande schermo un ritratto profondo degli ultimi anni della magnifica vita di Eleonora Duse, icona indiscussa del teatro italiano. Ambientato tra la fine della Prima guerra mondiale e l’inizio dell’era fascista, il film esplora il tentativo della Divina di tornare protagonisti sulle scene, nonostante un lungo periodo di assenza e una scelta di vita che la porta a rifiutare interviste e apparizioni pubbliche. Un elemento centrale è il complesso rapporto con la figlia, Enrichetta Marchetti Bullogh, caratterizzato da conflitti e dolore.
Il Declino di un’Icona
Eleonora Duse è ricordata come una delle più grandi attrici italiane, un simbolo che ha lasciato un’impronta indelebile. Tuttavia, il film di Marcello non si focalizza sul suo apice di successo, bensì sul crepuscolo di una carriera affascinante e di una vita personale complicata. Dopo la Prima guerra mondiale, in un contesto sociale e politico turbolento, Duse si rifiuta di arrendersi, mantenendo un alone di mistero attorno alla sua figura malgrado l’assenza di apparizioni pubbliche.
La Forza e la Fragilità dell’Attrice
Nel film, Valeria Bruni Tedeschi interpreta la Divina con una potenza straordinaria, restituendo la lotta di una donna desiderosa di rimanere viva nell’immaginario collettivo. Uno dei fili conduttori è il rapporto difficile con la figlia Enrichetta, caratterizzato da una convivenza dove arte e famiglia non si incontrano mai armoniosamente.
Il Dolore di Enrichetta
Enrichetta, figlia di Eleonora, è interpretata da Noémie Merlant, che riesce a trasmettere la fragilità e la determinazione di un personaggio intriso di sofferenza e fede profonda. La sua Enrichetta emerge come una figura contrapposta a quella della madre: religiosa e censuratrice, intrappolata tra l’amore per la madre e il desiderio di relazione. In una scena particolarmente intensa, la figlia esprime il suo rancore con parole che feriscono: «Tu non mi hai voluta. Non ho paura di perderti perché non ti ho mai avuta», un momento che cattura l’essenza del loro legame turbolento.
Donne in Lotta per la Propria Autonomia
Il film racconta così il conflitto tra due donne che seguono sentieri distinti. Mentre la Duse sacrifica tutto per il teatro, Enrichetta vive nella sofferenza e nella gelosia verso Désirée, l’assistente della madre, che riempie il vuoto affettivo lasciato dalla Divina. Le attrici Noémie Merlant e Valeria Bruni Tedeschi hanno saputo costruire abilmente questo distacco, evidenziando le dinamiche complesse che caratterizzano il loro rapporto.
Riflessioni sulla Vita da Attrice
Noémie Merlant, oltre a interpretare Enrichetta, porta nel film anche le sue esperienze personali e le considerazioni sull’essere attrice. Condivide la fatica di dover abbandonare una passione profonda, riconoscendo l’arte come un modo per sentirsi “viva” anche dopo la morte. Durante le interviste, esprime le sfide legate all’equilibrio tra vita professionale e privata, sottolineando il pericolo del burnout, un male purtroppo troppo comune nel settore.
Il Riscatto delle Voci Femminili
Noémie Merlant continua a portare avanti storie di donne forti, affrontando tematiche femminili anche in progetti come “Le donne al balcone”. Con “Duse”, il film si erge come un racconto moderno di donne che lottano per il proprio spazio, toccando le contraddizioni di chi decide di abbandonare i modelli familiari tradizionali. Il cast prevalentemente femminile sottolinea l’importanza della narrazione e il contributo delle donne nell’industria cinematografica.
Un Mito da Rivalutare
Eleonora Duse si distingue da altre icone come Marilyn Monroe, non ridotta a un semplice stereotipo, ma figura complessa che ha gestito la propria immagine con intelligenza. Merlant mette in luce come la carriera d’attrice oggi stia evolvendo, con sempre più ruoli femminili che scardinano le convenzioni classiche.
È affascinante riflettere su quanto il cinema possa ancora raccontarci di figure come Eleonora Duse. Questa pellicola riesce a dare voce a una storia dimenticata, facendo emergere le vulnerabilità e le forze delle donne. Quali altre storie di donne dimenticate vorreste vedere raccontate? Da fan, spero che ci siano sempre più progetti simili che possano fare luce su tali vite straordinarie!
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