Un viaggio nell’America contemporanea attraverso Eddington
Il nuovo film del regista ARI ASTER, intitolato EDDINGTON, si tuffa nel cuore di un’America in crisi, esplorando le sfide e le divisioni sociali amplificate dalla pandemia di Covid-19. Con una narrazione che si evolve tra mascherine e slogan politici, il regista mette a nudo una società sempre più fragile e ansiosa. Pur mantenendo la sua tipica arguzia, il racconto sembra riflettere una visione meno chiara e incisiva rispetto ai suoi lavori precedenti.
Simile a un episodio allungato de I SIMPSON, il film utilizza il genere western per sovvertire le aspettative tradizionali e rielaborare ciò che significa realtà. Attraverso personaggi ben costruiti e una trama intricata, EDDINGTON conduce lo spettatore da un punto di partenza fino al suo opposto, tutto mentre si confronta con il contesto contemporaneo e le sue complessità.
La genesi di un soggetto attuale
È interessante notare che la bozza iniziale della sceneggiatura risale a cinque anni prima dell’uscita di HEREDITARY. ARI ASTER ha aggiornato il testo per rispecchiare la spaccatura attuale dell’America, offrendo uno sguardo critico su un paese intrappolato in tensioni politiche e sociali. La cinematografia, affidata a DARIUS KHONDJI, aggiunge ulteriori strati di intensità visiva, con un formato widescreen arricchito da colori vivi e saturi.
Comprendere la trama di EDDINGTON richiede attenzione, poiché la sceneggiatura è una rete complessa di elementi che si intrecciano. Il talento di JOAQUIN PHOENIX, che interpreta il ruolo di Joe, si coniuga con l’isteria crescente negli Stati Uniti, mettendo in scena un conflitto che si svolge nel maggio del 2020, proprio durante la pandemia. Gli eventi narrati evidenziano il caos e la frustrazione generati dalle teorie del complotto e dalla polarizzazione sociale in atto.
Il conflitto al centro della narrazione
EDDINGTON si concentra sul conflitto tra Joe, uno sceriffo locale, e il sindaco uscente Garcia, interpretato da PEDRO PASCAL. Questo scontro non è solo politico, ma riflette la dinamica di una comunità che si divide, schierandosi contro se stessa. La satira sociale emerge come un elemento fondamentale nella narrazione, con scene che catturano l’assurdo e il ridicolo della situazione in cui si trovano i personaggi.
Aster affronta, in modo fluido ma poco leggibile, l’idea che viviamo in un’epoca caratterizzata da paure estreme e contraddittorie. L’umanità sembra perdersi in un mondo dominato dalla tecnologia e dalle fake news, con l’obiettivo del regista di far riconoscere al pubblico le proprie esperienze quotidiane senza demonizzare né esaltare nessuno. Tuttavia, la grande quantità di contenuti nella sceneggiatura rischia di appesantirne la fruizione.
Un cast stellare in un contesto grottesco
Il film vanta un cast eccezionale, composto da nomi illustri come EMMA STONE, AUSTIN BUTLER e LUKE GRIMES, che ruotano attorno al duello fra JOAQUIN PHOENIX e PEDRO PASCAL. Mentre il materiale cinematografico risulta abbondante, il bilanciamento narrativo sembra talvolta mancare, creando una sorta di puzzle bizzarro e inquietante. EDDINGTON affronta il tema della pandemia di COVID-19, evidenziando come essa abbia accentuato le divisioni e l’isolamento emotivo all’interno della società.
Il film si articola attorno a eventi drammatici e sociali, inclusi il movimento Black Lives Matter e le elezioni presidenziali del 2020. A pesar di una narrazione abile, la lunghezza del film, che supera le due ore, e la complessità di elementi presentati possono risultare faticosi per lo spettatore. Eppure, Aster dimostra coraggio nell’affrontare temi attuali, cercando di catturare l’essenza di un’epoca che sembra aver smarrito il senso della ragione.
Un’opera che riflette la disillusione contemporanea
Con EDDINGTON, ARI ASTER riesce a trasmettere la tensione e la fragilità di un mondo lacerato da contrasti sociali e politici. Le interazioni tra i protagonisti e il loro ambiente mettono in luce una democrazia minacciata dall’uso indiscriminato dei social media, contribuendo a generare una nebbia sociale sempre più densa. La pellicola rappresenta un tentativo di analizzare e comprendere una realtà complessa, dove ogni elemento sembra essere interconnesso.
Nonostante un approccio audace, il film può apparire meno incisivo rispetto ai lavori precedenti di Aster. L’intento di fornire una critica sociale attraverso il genere western porta a un equilibrio instabile tra satira e riflessione, ponendo interrogativi sulle possibilità future della narrazione cinematografica. EDDINGTON si pone come una sorta di specchio per l’attuale condizione umana, cercando di esplorare le crepe visibili in una società in trasformazione.
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