Coming Out Day 2023: Celebrazione e Riflessione sulle Discriminazioni LGBTQIA+ nel Mondo

Il Coming Out Day: Un Giorno di Celebrazione e Riflessione

Ogni anno, l’11 ottobre, il mondo celebra il Coming Out Day, una giornata internazionale volta a dare visibilità alle persone LGBTQIA+. Tuttavia, dietro l’idea di celebrazione si nasconde una realtà complessa, fatta di discriminazioni quotidiane, violenze sistematiche e silenzi che pesano come macigni.

Origini del Coming Out Day

La prima edizione del Coming Out Day ha avuto luogo il 11 ottobre 1988 negli Stati Uniti, esattamente un anno dopo la storica marcia per i diritti delle persone omosessuali svoltasi a Washington. Questo evento è stato ideato dallo psicologo Robert Eichberg e dall’attivista politica Jean O’Leary, fondatrice del movimento Lesbian Feminist Liberation. O’Leary affermava: «Uscire allo scoperto serve a liberare il mondo dalle paure e dagli stereotipi».

Il Pionierismo in Italia

In Italia, il primo coming out pubblico è stato quello di Maria Silvia Spolato che, l’8 marzo 1972, durante una manifestazione femminista, ha esibito un cartello con le parole: “Fronte di liberazione omosessuale”. Sempre nello stesso anno, Angelo Pezzana, dichiaratamente gay, è stato eletto deputato con il Partito Radicale. Un ulteriore passo avanti è stato compiuto da Jakub Jankto, il primo calciatore della Serie A a fare coming out.

Coming Out Day 2023: Celebrazione e Riflessione sulle Discriminazioni LGBTQIA+ nel Mondo

Un Passo Verso la Normalizzazione

Fino al 1990, l’omosessualità era considerata una malattia, fino a quando l’OMS non l’ha ufficialmente riconosciuta come «una variante naturale del comportamento sessuale umano». Nonostante ciò, nel 2025, oltre 60 nazioni continueranno a considerarne l’esistenza un reato, con conseguenze severe come il carcere o, in alcuni casi, la pena di morte. Nella nostra stessa Italia, secondo una survey dell’UE, ben il 57% delle persone LGBTQIA+ si sente costretto a nascondere la propria identità.

Statistiche allarmanti sulla Discriminazione

Una recente indagine condotta dall’Istat nel 2023 ha rivelato che il 41,4% delle persone LGBTQIA+ ha subito svantaggi professionali. In aggiunta, Gay Help Line mette in evidenza che la violenza domestica, spesso scaturita dal coming out, rappresenta il problema più diffuso, interessando il 48,7% dei casi. Infine, secondo Rosario Coco, presidente di Gaynet, «una persona LGBTQIA+ su cinque subisce tentativi di conversione per cambiare forzatamente il proprio orientamento sessuale o identità di genere».

È davvero sconvolgente riflettere su quanto sia ancora lunga la strada da percorrere per l’uguaglianza e l’accettazione. Questi dati sono una chiamata all’azione per tutti noi. Come possiamo contribuire, anche nel nostro piccolo, a creare un ambiente in cui ognuno possa sentirsi libero di essere se stesso? Siamo pronti a mettere da parte le nostre paure e a combattere per un futuro migliore?

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