Caso Garlasco, si riapre una pista inquietante: il sequestro dell’ex procuratore Venditti

Nuove indagini sul caso Garlasco

Il caso dell’omicidio di Chiara Poggi, avvenuto nel 2007 a Garlasco, torna prepotentemente alla ribalta con sviluppi inaspettati. La Procura di Brescia ha deciso di riaprire il caso, gettando una nuova luce su questioni di possibile insabbiamento e contatti sospetti durante le indagini. Dopo anni di silenzio e sentenze definitive, questi nuovi accertamenti coinvolgono figure chiave della giustizia pavese, tra cui l’ex procuratore Mario Venditti e due ex carabinieri, Giuseppe Spoto e Silvio Sapone, già noti per il loro coinvolgimento nelle indagini iniziali.

La recente decisione della Procura è stata motivata dalla necessità di analizzare nuovamente i dispositivi elettronici appartenenti a Venditti e ai due ex militari, ritenuti potenzialmente cruciali per chiarire dettagli rimasti oscuri. Sospetti di irregolarità nella gestione del caso hanno spinto i magistrati ad un nuovo sequestro. Sebbene un primo provvedimento fosse stato annullato dal Tribunale del Riesame per presunti vizi di forma, la Procura non ha tardato a riformulare la richiesta, sottolineando l’importanza di recuperare prove fondamentali per l’accertamento dei fatti.

Sequestri e analisi dei dispositivi elettronici

La Procura, sotto la guida del procuratore Francesco Prete, ha stabilito un nuovo sequestro dei dispositivi elettronici di Venditti e degli ex carabinieri. Questo include telefoni, computer, tablet e chiavette USB, ritenuti essenziali per illuminare alcune fasi oscure delle indagini. L’accusa ritiene infatti che tali dispositivi possano contenere informazioni preziose sui rapporti tra gli inquirenti e le persone coinvolte nel caso, incluso Andrea Sempio, inizialmente sospettato e successivamente archiviato nel 2017.

Caso Garlasco, si riapre una pista inquietante: il sequestro dell’ex procuratore Venditti

Nonostante l’annullamento precedente, i magistrati hanno enfatizzato la necessità di accedere a questi strumenti per l’accertamento dei fatti, decidendo di effettuare una copia forense dei contenuti, così da preservare gli originali. L’intento è quello di esaminare attentamente messaggi, email e altri documenti che potrebbero rivelare scambi di informazioni fra inquirenti, consulenti e difese, portando alla luce eventuali mancanze nel processo investigativo.

I sospetti su possibili irregolarità

Le indagini si concentrano ora su possibili contatti tra gli inquirenti e la famiglia Sempio, inclusi eventuali benefici o favori che potrebbero aver influenzato la decisione di archiviare il fascicolo a carico di Andrea Sempio. Quest’ultimo era emerso in relazione ad una traccia di DNA trovata sotto le unghie di Chiara Poggi, sollevando interrogativi riguardo alla correttezza delle procedure investigative. I pm sono convinti che nei dispositivi sequestrati possano trovarsi elementi determinanti per provare irregolarità nelle indagini.

Un aspetto particolarmente delicato riguarda la consulenza del genetista Linarello, che in passato attribuì a Sempio il DNA rinvenuto. Secondo quanto emerso, una relazione preliminare sarebbe giunta nelle mani degli avvocati di Sempio prima della sua ufficializzazione. Questo solleva dubbi sulla diffusione di documenti riservati e sulla corretta gestione delle prove, rendendo necessario un approfondimento su come tali informazioni siano state trattate e condivise.

La perseveranza della procura di Brescia

Con queste azioni, la Procura di Brescia dimostra la propria determinazione nel perseguire la verità su un caso che continua a generare discussioni e polemiche. Nonostante siano trascorsi quasi vent’anni dall’omicidio di Chiara Poggi, il desiderio di chiarire ogni aspetto della vicenda rimane forte. I recenti sviluppi segnalano che la ricerca di giustizia non è affatto conclusa e che ci sono ancora molti nodi da sciogliere. Questi eventi potrebbero contribuire a rivelare dinamiche sconosciute e a restituire una maggiore trasparenza a un’inchiesta che ha segnato profondamente il territorio e la sua comunità. La sequenza di atti giudiziari e la crescente attenzione mediatica potrebbero infine portare a nuove rivelazioni in questo caso intricato e complesso.

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