Boundless, recensione del film danese che esplora temi di libertà e avventura personale

Una nuova indagine della sezione Q

La trama di Boundless ruota attorno a un’indagine condotta dalla Sezione Q della polizia di Copenaghen, che si trova a dover fare i conti con la morte misteriosa di una giovane donna legata a una setta new-age. Questo film, attualmente disponibile su Rai4 e RaiPlay, segna un nuovo capitolo delle avventure del team investigativo guidato da Carl Mørck.

La Sezione Q, famosa per la sua dedizione alla risoluzione di casi irrisolti, si presenta in una fase delicata. Carl Mørck, il protagonista principale, è ancora segnato da un caso passato che lo ha profondamente traumatizzato. I suoi collaboratori, Assad e Rose, si sforzano di supportarlo nonostante l’aumento della vulnerabilità di Rose. Il gruppo viene coinvolto in un caso archiviato riguardante un vecchio omicidio avvenuto sull’isola di Bornholm, inizialmente catalogato come suicidio, ma con numerosi elementi che sollevano dubbi e interrogativi.

Scoperte inquietanti all’interno della setta

Nel corso delle indagini, il team scopre che l’accademia locale, apparentemente dedicata a pratiche di spiritualità new age, nasconde in realtà una facciata per la sua vera natura di setta. Attraverso rituali che assumono toni manipolativi, emerge un quadro disturbante legato a incidenti e presunti decessi di giovani membri dell’associazione. Rose, per infiltrarsi nel gruppo, assume un’identità fittizia e, mentre Mørck e Assad approfondiscono le loro ricerche, si imbattono in verità inaspettate che toccano da vicino il passato di Mørck stesso. Questa intricata rete di inganni e segreti si rivela cruciale per comprendere il legame tra la vittima e la setta.

Boundless, recensione del film danese che esplora temi di libertà e avventura personale

Il crime scandinavo e la sua evoluzione

L’universo del crime scandinavo ha sviluppato nel tempo un’identità distintiva, caratterizzata da atmosfere cupe e complessità psicologiche. La Sezione Q, creata dalla penna dello scrittore JUSSI ADLER-OLSEN, ha guadagnato visibilità a livello internazionale, dando vita non solo a produzioni cinematografiche, ma anche a una serie televisiva britannica recentemente disponibile su Netflix. Boundless si colloca all’interno di questa tradizione, proponendo una nuova interpretazione pur mantenendo una connessione con il passato, inclusa la recente transizione con l’attore ULIRCH THOMSEN nel ruolo di Carl Mørck.

Diretto da OLE CHRISTIAN MADSEN, noto per pellicole come L’ombra del nemico, Boundless si basa sul romanzo del 2014 intitolato La promessa. Nonostante l’approccio professionale nella realizzazione, il film sembra mancare di innovazione, limitandosi a seguire una formula consolidata che non arricchisce significativamente il panorama narrativo esistente.

Un’analisi del film e dei suoi difetti

Nonostante le potenzialità della storia, che include intriganti elementi di esoterismo e segreti inconfessabili, il risultato finale appare superficiale. La narrazione si concentra su una successione di eventi lineari, perdendo di vista la tensione emotiva e il coinvolgimento degli spettatori. Gli eventi culminano in una resa dei conti finale predeterminata, rendendo l’epilogo forzato e poco soddisfacente. Questo difetto risulta particolarmente evidente nei due ore di visione di Boundless, dove l’indagine si trasforma in un’esperienza staticamente sterile, priva di sorprese o colpi di scena significativi.

In termini di recitazione, il cast presenta delle lacune; THOMSEN, pur essendo un attore capace, non riesce a incarnare appieno la complessità del suo personaggio. Allo stesso modo, il ruolo di Assad, solitamente un partner chiave in situazioni di buddy movie, risulta relegato a una figura secondaria che non contribuisce al dinamismo della trama. Questo squilibrio si riflette negativamente sull’intero sviluppo narrativo, limitando ulteriormente l’impatto complessivo del film.

Conclusioni sul secondo adattamento di Boundless

Boundless rappresenta il secondo adattamento cinematografico delle storie della Sezione Q con ULIRCH THOMSEN protagonista. Sebbene tecnicamente ben realizzato, il film manca di quella scintilla necessaria per attrarre e coinvolgere il pubblico. Risulta una produzione priva di anima, che tende a scivolare via, lasciando nel pubblico il desiderio di qualcosa di più incisivo. Si tratta di un poliziesco che fallisce nel restituire la complessità di una narrazione cupa e sfumata, risultando un’opera ben lontana dall’essere memorabile, incapace di sfruttare a pieno le sfumature offerte dai personaggi e dalle situazioni descritte.

Unisciti alla Community su WhatsApp!

Non perderti le anticipazioni, i gossip e le news esclusive sulle tue serie turche preferite. Entra nella nostra community ufficiale e scopri tutto prima degli altri.

Entra nella Community