Attacco alla Sinagoga di Manchester: Chi Era Jihad Al-Shamie?
Il 2 ottobre, la comunità di Manchester è stata scossa da un tragico attacco vicino alla sinagoga, dove alcuni ebrei sono stati aggrediti. Il responsabile, identificato come Jihad Al-Shamie, ha perso la vita durante l’intervento della polizia, che ha erroneamente colpito anche una delle vittime. Le rivelazioni emerse dall’autopsia confermano la gravità di questo errore.
Chi Era Il Sospettato?
Come riportato dalla polizia della Greater Manchester (GMP), Al-Shamie era un cittadino britannico nato in Siria. Si stima che sia giunto nel Regno Unito durante la sua infanzia e abbia ottenuto la cittadinanza britannica nel 2006, all’età di 16 anni. Non risultava avere precedenti penali né era noto all’intelligence nazionale. Gli inquirenti stanno ora approfondendo le motivazioni che lo hanno spinto a compiere questo gesto disperato, sottolineando che non era mai stato segnalato nel programma governativo di prevenzione al radicalismo.
Un Contesto Familiare Complesso
Alcune fonti indicano che il padre di Al-Shamie fosse un chirurgo traumatologo attivamente coinvolto in attività umanitarie in zone di conflitto. Questo suggerisce una famiglia con una storia di impegno sociale e professionale, un contrasto agghiacciante rispetto alle azioni del figlio. Inoltre, si vocifera che il sospettato avesse esperienza come tutor, insegnando inglese e programmazione informatica nella sua comunità.
Il Terribile Giorno di Yom Kippur
L’attacco è avvenuto in un momento altamente simbolico: Yom Kippur, la festa più sacra del calendario ebraico. La polizia britannica ha etichettato l’incidente come atto di terrorismo. Al-Shamie, vestito con indumenti tattici e dotato di un gilet antiproiettile e una cintura che sembrava esplosiva, ha iniziato la sua aggressione investendo i pedoni con l’auto prima di scendere armato di coltello per attaccare i fedeli e un guardiano della sinagoga.
La Reazione delle Forze dell’Ordine
La rapida risposta degli agenti di polizia ha impedito che la situazione degenerasse ulteriormente. Grazie al coraggio dei presenti e al tempestivo intervento delle forze dell’ordine, Al-Shamie è stato neutralizzato in pochi minuti. Tuttavia, il bilancio finale è tragico: due membri della comunità ebraica hanno perso la vita e quattro persone sono rimaste gravemente ferite, ricoverate in ospedale.
Questa terribile notizia ci lascia tutti attoniti e arrabbiati. È sconvolgente pensare che, in una giornata di riflessione e preghiera come Yom Kippur, possa accadere una cosa simile. Ci sono già troppe divisioni e violenze nel mondo; cosa dobbiamo fare per fermare questo ciclo? Gli attacchi contro le comunità religiose dovrebbero indignare tutti noi. Come possiamo proteggere i nostri luoghi di culto e promuovere la pace?
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