Agon di Giulio Bertelli: il potere dello sport femminile tra fatica e tecnologia sul grande schermo

“Agon” segna l’esordio alla regia di Giulio Bertelli, presentato con successo alla 82ª Mostra di Venezia e ora visibile su MUBI. Questo film si addentra nella vita di tre atlete, immerse nelle discipline di scherma, judo e tiro a segno. Affrontando sfide fisiche e pressioni emotive, la pellicola mescola elementi di documentario e finzione, offrendo uno sguardo innovativo sul panorama dello sport femminile.

Un Viaggio nel Mondo delle Atlete

Il racconto segue da vicino Yile Vianello, Sofjia Zobina e Alice Bellandi, quest’ultima medagliata d’oro nel judo alle Olimpiadi di Parigi 2024. Le loro vite si intrecciano in un contesto di allenamenti intensi e sacrifici, dove la concentrazione e la forza mentale sono sempre al primo posto. Sebbene ciascuno di questi sport sia unico, tutti richiedono una disciplina costante.

Il Dolore come Motore di Crescita

Alice Bellandi apporta un tono autentico al film raccontando la sua esperienza diretta. La sua testimonianza rivela cosa significhi tollerare il dolore e la pressione per giungere al successo: “Il dolore è il motore che ti spinge a conoscerti e a migliorarti”. Le sue parole esprimono il peso della sofferenza ma ne sottolineano anche il valore come tappa fondamentale verso traguardi significativi.

Agon di Giulio Bertelli: il potere dello sport femminile tra fatica e tecnologia sul grande schermo

Sport e Digitale: Un Incontro Innovativo

“Agon” non si limita a esplorare gli aspetti fisici dello sport, ma abbraccia anche le nuove tecnologie, incorporando linguaggi che rimandano ai videogiochi. Questa fusione di cinema, sport e innovazione offre al film un’originalità che cattura l’attenzione e stimola la riflessione.

Giulio Bertelli: Un Regista con Esperienza Sportiva

In un incontro, Bertelli, ex atleta e ora regista, ha condiviso il suo obiettivo con questo progetto. Ha messo in evidenza le difficoltà di completare un progetto complesso, una fatica che si riflette anche nel mondo dello sport. Per lui, sia il cinema che lo sport parlano direttamente al pubblico, senza fronzoli. Ha scelto di allontanarsi dal consueto racconto fatto solo di vittorie e medaglie, focalizzandosi piuttosto sulle sfide personali degli atleti lontani dai riflettori.

Un Montaggio Che Racconta il Percorso

Le scelte stilistiche e di montaggio del film enfatizzano questa doppia dimensione. Non si evidenziano solo i successi, ma soprattutto il viaggio che porta a questi, includendo dubbi, errori e il desiderio incessante di migliorarsi. La fatica e la resistenza mentale emergono in modo potente, conferendo al film un’atmosfera realistica e profonda.

Voci Contrastanti sul Sacrificio

Il tema del sacrificio è centrale in “Agon”, suscitando opinioni diverse tra le atlete protagoniste. Yile Vianello osserva come oggi prevalga una cultura del risultato immediato, mancando pazienza e impegno a lungo termine, mentre Sofjia Zobina sostiene che il sacrificio può essere anche una forma di piacere, una continua sfida personale. Per lei, il percorso è ciò che rende appagante lo sport: “Se si riesce ad apprezzare questa dimensione, allora lo sport diventa una fonte di soddisfazione profonda.”

Riflessioni sulla Sconfitta

Uno dei momenti più potenti è il racconto di Alice Bellandi sulla sua sconfitta. Narra la tensione pre-finale olimpica e il timore di avere il proprio futuro appeso a quei momenti cruciali. La sua rivelazione su come affrontare tale pressione, accettando che “Se va male non muoio, posso ricominciare”, rappresenta una visione trasformativa, insegnando che perdere non è sinonimo di fallimento, ma un’opportunità per fare tesoro dell’esperienza.

Conclusioni: Oltre il Mito della Vittoria

“Agon” offre una prospettiva rara e preziosa sul valore di ogni esperienza, anche quella dolorosa. La combinazione tra cinema e sport, la rappresentazione sincera di chi supera i limiti e l’utilizzo di linguaggi moderni rendono questo film memorabile, illuminando le storie di chi vive lo sport con passione e dedizione.

Personalmente, trovo che “Agon” riesca a catturare l’essenza reale dello sport in modo straordinario. È un invito a riflettere su quanta importanza abbia il percorso rispetto alla meta finale. Chi di voi ha vissuto esperienze simili? Come ci si sente davvero quando si affronta la sconfitta e cosa si impara da essa?

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