After The Hunt: il thriller di Guadagnino esplora privilegi e accuse nella società contemporanea

Luca Guadagnino e il suo nuovo thriller sociale

Il regista italiano Luca Guadagnino, rinomato per la sua maestria visiva, torna a deliziare il pubblico con After the Hunt, in arrivo il 16 ottobre 2025, dopo una presentazione fuori concorso all’82° Festival di Venezia. La trama ruota attorno a Julia Roberts, che interpreta Alma, un’insegnante di filosofia presso l’università di Yale coinvolta in gravose accuse di abuso sessuale e nel subplot delle dinamiche di potere contemporanee. Il film trae ispirazione dall’approccio e dalla profondità analitica di Woody Allen, evidenziando le contraddizioni tra la generazione Z e i boomers, specialmente in contesti accademici e sociali.

Un tributo allo stile di Woody Allen

After The Hunt: il thriller di Guadagnino esplora privilegi e accuse nella società contemporanea

Sin dai primi frames, il richiamo allo stile di Allen è palpabile: la scelta del font Windsor Light Condensed e una colonna sonora jazz rendono omaggio al celebre regista newyorkese. Guadagnino, insieme alla sceneggiatrice alla sua prima esperienza, Nora Garrett, non si ferma all’estetica, ma affronta tematiche delicate con grande franchezza. La pellicola affronta in modo diretto le polemiche degli ultimi anni, come le accuse di molestie sessuali e il peso del politicamente corretto nell’ambito universitario.

Vite intrecciate in un mondo privilegiato

I personaggi si muovono all’interno di un microcosmo che riflette i privilegi della Ivy League: case stravaganti, relazioni sociali improntate su denaro e potere culturale. Alma appare come una figura centrale e rispettata, ma intrappolata in un labirinto di verità distorte. Accanto a lei si trovano il marito psichiatra Frederik, il collega Hank e la giovane studentessa Maggie, ognuno con le proprie aspirazioni e conflitti di interesse.

Una spirale di tensioni e conflitti

La narrazione si evolve in una spirale di conflitti. Hank scopre un segreto in grado di minare la reputazione di Alma, mentre Maggie la accusa di gravi mancanze, costringendo Alma a schierarsi in un terreno minato tra due fronti opposti. I personaggi vivono in una sorta di gabbia dorata, dove l’indignazione sembra servire più a ottenere consenso sociale che a difendere valori autentici.

Esplorare il tema del #MeToo

Il film affronta senza mezzi termini il fenomeno del #MeToo e le crisi scatenate dalle accuse nel mondo accademico. Guadagnino evidenzia come, dietro l’apparente giustizia sociale, si celino a volte motivazioni personali e una morale presuntuosa. L’università diventa così un palcoscenico in cui si manifestano vulnerabilità umane, privando le figure di chiari eroi o colpevoli.

Un confronto generazionale decisivo

Uno dei momenti salienti è il confronto tra Hank e Maggie durante una cena a casa di Alma: un dialogo che incarna la tensione tra diverse generazioni e visioni. Hank si interroga su quando sia diventato un “reato” offendere qualcuno, mentre Maggie, giovane nera, gay e proveniente da una famiglia benestante, mette in discussione la figura del “maschio bianco etero cis” come ormai obsoleta.

Il gioco di potere e il privilegio

Maggie rappresenta una generazione che utilizza l’indignazione come strumento di potere, proteggendosi grazie alla sua posizione sociale. Guadagnino smaschera quindi il legame fra privilegio economico e battaglie morali. Dall’altro lato, la generazione di Alma è spesso piegata a compromessi con le strutture di potere consolidate. Hank incarna, infine, l’ambiguità del potere intellettuale: arrogante e manipolativo nei confronti delle studentesse.

Ritratti di fragilità umana

Nel film, non vi sono personaggi netti tra buoni e cattivi. Tutti mostrano fragilità, lottando per rimanere fedeli a se stessi mentre costruiscono muri di menzogne per nascondere le loro insicurezze. Guadagnino svela con grande empatia la complessità umana, evitando intellettualismi e presentando individui imperfetti.

Un cast di qualità per una narrativa intensa

Il cast di After the Hunt sostiene una storia ricca di dialoghi incisivi e situazioni cariche di tensione. Julia Roberts offre una performance intensa, rappresentando in modo convincente l’evoluzione psicologica e fisica di Alma, un ruolo paragonabile a quello di Cate Blanchett in Blue Jasmine. Andrew Garfield dà vita a Hank con una sfumatura inquietante, mentre Michael Stuhlbarg, nel ruolo di Frederik, fornisce un volto rassicurante e razionale. Ayo Edebiri, già nota per The Bear, conferma il suo talento in un’interpretazione profonda di Maggie.

Critiche alla sceneggiatura e all’intreccio

Nonostante ciò, la sceneggiatura di Nora Garrett non sempre riesce a tenere il passo con le questioni sollevate, talvolta apparendo come una lezione sul “politicamente corretto”. La regia di Guadagnino, insieme alla colonna sonora di Trent Reznor e Atticus Ross, riesce a creare un’atmosfera magnetica, recuperando quei momenti in cui il testo perde forza.

Un’analisi sulla disparità sociale

Il film pone l’accento sul tema del privilegio economico e sociale. Nonostante i difetti morali, i protagonisti rimangono ancorati a una rete di potere che li sostiene, consentendo loro di uscire sempre indenni. Guadagnino illustra come la vera discriminazione derivi dalla mancanza di risorse, piuttosto che da questioni identitarie o ideologiche.

Una critica alla morale pubblica

Il contrasto tra classi sociali, la critica a una morale pubblica apparente e la rivelazione di ipocrisie compongono un racconto severo e realistico. Guadagnino delinea senza mezze misure chi si sente autorizzato a tutto, offrendo uno sguardo lucido sulle contraddizioni della società americana contemporanea e sulle derive del giustizialismo mediatico.

In conclusione: un film da non perdere

After the Hunt è una pellicola da vedere per chi cerca una narrazione cinematografica attenta alle dinamiche di potere e alle relazioni umane, in un ambiente dove contano più le apparenze della verità.

Come fan di Guadagnino, non posso fare a meno di chiedermi: queste dinamiche di potere nelle università sono davvero un riflesso della nostra società? La complessità dei personaggi e le loro fragilità risuonano fortemente in noi. Quanto siamo pronti a riconoscere le nostre contraddizioni? Saremmo disposti a guardare oltre le superfici e affrontare le verità scomode che ci circondano?

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