Lino Banfi si è aperto a Nunzia De Girolamo durante la puntata di Ciao Maschio trasmessa il 27 dicembre su Rai 1. L’attore ha condiviso momenti significativi della sua vita, avvalendosi di un linguaggio diretto e sincero, che ha reso il suo racconto tanto toccante quanto divertente. Dall’infanzia travagliata alla riflessione profonda sull’amore, Banfi ha offerto uno spaccato della sua esistenza ricco di umanità e ironia.
Riflessioni dall’infanzia: memorie di guerra
Banfi ha cominciato il suo racconto tornando indietro nel tempo, precisamente a Canosa di Puglia, durante gli anni della Seconda Guerra Mondiale. Ricorda i momenti terribili caratterizzati da bombardamenti e sirene che costringevano la gente a cercare rifugio nei bunker. Un aneddoto significativo è legato a suo nonno, che lo spronava a portare sempre con sé un pupazzo. Questo giocattolo si trasformava in un modo per sdrammatizzare la situazione e far ridere gli altri bambini, contribuendo a creare un’atmosfera di leggerezza in mezzo alla paura: “Io facevo parlare questo pupazzo e li facevo ridere”, ha raccontato Banfi. Oggi, a quasi novant’anni, si pone una domanda profonda: “Io ho fatto ridere tutti. Ma a me, chi mi ha fatto ridere?”. Questa riflessione mette in luce non solo la sua carriera artistica, ma anche un lato vulnerabile e umano dell’attore, che ha attratto il pubblico per decenni.
Un Natale indimenticabile: un episodio che segna una vita
Nel suo racconto, uno dei Natali più memorabili è quello vissuto a diciotto anni a Napoli. In un periodo complesso, l’aspirante attore si trovava in difficoltà economiche, senza un posto dove dormire e con pochi soldi. Decise così di dirigersi verso la stazione ferroviaria, ma lì ebbe un incontro inaspettato che cambiò il corso della sua vita. Un uomo gli chiese se avesse una casa e, dopo aver appreso della sua situazione, lo invitò a casa propria. Piuttosto che un’abitazione confortevole, Banfi descrive una casa povera ma piena di calore umano e solidarietà . “Mi hanno fatto mangiare e bere, facendomi sentire parte della famiglia”, ha spiegato. Anni dopo, quando divenne famoso, Banfi tentò di rintracciare quell’uomo, che si rivelò per lui un angelo custode. Tuttavia, un cardinale amico gli chiarì che quel benefattore non era mai esistito, ma rappresentava un simbolo di speranza nella sua vita.
Il percorso nel mondo del cinema: tra ironia e autenticitÃ
La conversazione si è poi spostata sulla carriera di Banfi nel mondo del cinema, un ambiente ricco di avventure e aneddoti divertenti. Quando l’argomento della trasgressione è emerso, l’attore ha risposto con il suo tipico umorismo. Ha descritto le esperienze sul set di alcuni dei suoi film più celebri, ricordando un episodio particolare con Edwige Fenech. Un regista gli chiedeva di stringerla di più per la scena, e la sua reazione fu innocente e affettuosa, suscitando la sua sorpresa. “Quella è stata la mia trasgressione”, ha commentato ridendo. Inoltre, ha aggiunto che, nonostante abbia avuto momenti di debolezza, pensava sempre all’amore che provava per sua moglie Lucia, il che lo ha sempre riportato sulla retta via.
Un amore eterno: il legame con Lucia
Infine, Banfi ha dedicato alcune parole alla moglie Lucia Lagastra, scomparsa nel febbraio 2023. Il suo amore rimane vivo e forte, testimoniando una connessione profondamente radicata. “La mia furbizia è stata questa: pensare a te mi ha risparmiato tanti giri inutili”, ha affermato, mettendo in evidenza come il loro legame fosse al centro della sua vita. La frase finale, “Tanto vale farlo male insieme, ma farlo noi”, racchiude l’essenza del loro rapporto, evidenziando che persino i momenti difficili sono stati affrontati insieme.
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