Ilaria D’Amico e Gigi Buffon sono al centro del dibattito per la loro partecipazione all’evento Atreju, un incontro che unisce politica e cultura pop. La giornalista ha chiarito che la sua presenza non deve essere interpretata come un appoggio al governo di destra, ma come una manifestazione di libertà di pensiero. In un’intervista concessa al Corriere della Sera, D’Amico ha descritto Giorgia Meloni come una figura rivoluzionaria, pur mantenendo le sue riserve su vari argomenti.
Le ragioni di una scelta controversa
Ilaria D’Amico ha spiegato di aver ricevuto un invito da Federico Mollicone Filini, deputato di Fratelli d’Italia, inizialmente ritenendolo uno scherzo a causa del cognome dell’interlocutore. Superato il momento di sorpresa, ha deciso di partecipare, ponendo l’accento su come sia importante confrontarsi piuttosto che lasciarsi guidare da pregiudizi politici. Non si ritiene legata a una particolare “fede” di partito e considera la possibilità di dibattere su temi rilevanti come fondamentale. D’Amico ha ricordato un invito ricevuto in passato alla Festa dell’Unità, che non riuscì a considerare a causa di altri impegni.
Alla kermesse di Atreju, la presentatrice interverrà in un panel incentrato sul rapporto tra odio politico e libertà di opinione, mentre Buffon discuterà del ruolo degli oratori nel processo di crescita dei giovani. L’evento si preannuncia denso di spunti interessanti, con la promessa di favorire un confronto sincero e diretto tra opinioni diverse.
Un confronto sull’immagine di Giorgia Meloni
In un passaggio dell’intervista, D’Amico ha ricordato i suoi primi incontri con Giorgia Meloni ai tempi di La7, descrivendola come una persona tenace e abile nel comunicare. Ha espresso un certo apprezzamento per il percorso fatto dalla Meloni, una donna che è riuscita a ritagliarsi uno spazio significativo in un settore principalmente dominato dagli uomini, spesso ancorati a posizioni tradizionali riguardo alla parità di genere. Sebbene riscontri alcune differenze di opinione con la leader di Fratelli d’Italia, riconosce il valore della sua storia e la sua capacità di emergere.
D’Amico ha definito la Meloni come una figura che rompe schemi, evidenziando la necessità di avere voci femminili forti anche nella politica italiana. È chiaro che la giornalista non desidera limitarsi a etichette o categorizzazioni politiche, ma preferisce sottolineare l’importanza di una rappresentanza più ampia e inclusiva.
Il libro di Buffon e la questione politica
La conversazione si sposta poi sull’orientamento politico di Gigi Buffon, spesso associato alla destra. In merito, D’Amico fa riferimento a un’intervista rilasciata dal portiere in occasione della pubblicazione della sua autobiografia, in cui chiariva il significato del numero “88” indossato durante una partita. Buffon ha affermato di non essere a conoscenza del fatto che potesse rimandare a simbolismi di stampo neofascista, sottolineando che il numero per lui rappresentava solo un modo per manifestare il proprio carattere.
La D’Amico respinge le interpretazioni semplicistiche, mettendo in evidenza come Buffon in passato abbia mostrato sostegno a figure politiche diverse, tra cui Mario Monti e Matteo Renzi. A suo avviso, le dichiarazioni controverse legate alla giovinezza del portiere devono essere contestualizzate e comprese come frutto di un’età in cui egli esprimeva idee immature. Oggi, secondo D’Amico, Buffon si configura come un liberale moderato, esplicitando la sua posizione rispetto a temi politici con una maggiore consapevolezza.
Una partecipazione nell’ottica di un dialogo aperto
L’apparizione di Ilaria D’Amico e Gigi Buffon ad Atreju si colloca all’interno di un’edizione che intende mescolare politica, cultura pop e personalità riconosciute nel panorama sportivo e dello spettacolo. Tra i numerosi ospiti, figurano nomi noti come Mara Venier e Carlo Conti, con oltre quattrocento relatori coinvolti nell’evento. Il confronto tra presenze celebri e tematiche di attualità si propone di esaminare il clima politico attuale, dando spazio a opinioni che non necessariamente seguono una linea di pensiero uniforme.
Per D’Amico e Buffon, partecipare a una manifestazione come Atreju rappresenta un’opportunità per testare l’apertura del pubblico nei confronti di voci dissonanti, ponendo domande su quanto sia accettata la diversità di pensiero in un contesto politico sempre più polarizzato. La loro presenza potrebbe non solo far luce su questioni di importanza crescente, ma anche stimolare una riflessione collettiva su come le personalità pubbliche e la società civile possano avvicinarsi a discorsi complessi e articolati.
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