Choose Earth: intervista ad Anne de Carbuccia e Mariasole Bianco sulla docu-serie su Prime Video

Un’importante riflessione su un decennio di documentazione ambientale

La custodia del nostro pianeta è un tema cruciale e le nuove generazioni mostrano sempre maggiore consapevolezza rispetto a questa responsabilità. La fotografa e regista ambientale ANNE DE CARBUCCIA ha intrapreso un percorso artistico attraverso la sua opera “Choose Earth”, che documenta il lavoro di vari “Earth Protectors” nel corso di dieci anni. Questa docu-serie, disponibile su Prime Video, offre uno sguardo approfondito sulle sfide ecologiche e le storie di coloro che si battono per un futuro più sostenibile.

Il progetto, realizzato grazie alla One Planet One Future Foundation e girato dal 2014 al 2024, mette in luce l’impegno di uomini e donne provenienti da diverse parti del mondo, impegnati nella salvaguardia degli ecosistemi. La serie è presentata come un’opera artistica e informativa che cerca di ispirare e sollecitare una presa di coscienza collettiva.

Tra artisti e scienziati: una nuova visione della comunicazione

“Choose Earth” è un’iniziativa che si propone di superare la separazione tradizionale tra scienza e arte. Durante la presentazione della docu-serie, ANNE DE CARBUCCIA ha affermato che la narrazione della storia è fondamentale: “Volevo lasciare un’eredità autentica: dire chi eravamo”. In questo contesto, la scelta di utilizzare solo persone reali, senza l’ausilio dell’intelligenza artificiale, sottolinea l’importanza della testimonianza umana. Questo approccio mira a creare un archivio storico sincero che possa servire anche alle generazioni future.

Il pubblico, guardando a queste storie nel presente, passa a un ruolo diverso: diventa uno spettatore attento, in grado di interrogarsi sul proprio impatto e sulla propria eredità. L’obiettivo è spingere gli spettatori a riflettere su come desiderano essere ricordati, in un momento caratterizzato da un sovraccarico di informazioni e fake news.

La voce delle Protettrici dell’Acqua

Il terzo episodio della serie, intitolato “Blue Print”, è dedicato alle Protettrici dell’Acqua e presenta due figure emblematiche: MARIASOLE BIANCO, una scienziata italiana, e LILIANA RODRIGUEZ CORTES, un’attivista messicana. MARIASOLE BIANCO rappresenta un’importante connessione tra conoscenza scientifica e sensibilità collettiva, portando avanti la sua lotta per la tutela degli oceani. La scienziata ha dichiarato che crede fermamente nella collaborazione tra arte e scienza, evidenziando la potenza di questo binomio nel rendere accessibili concetti complessi e nel suscitare emozioni significative che possono stimolare cambiamenti concreti.

La collaborazione tra arte e scienza nasce da una visione comune, quella di affrontare le questioni ambientali senza compartimenti stagni. “Choose Earth – Blue Print” combina competenze diverse per raggiungere un pubblico che potrebbe non essere intercettato dai canali tradizionali, rompendo così le barriere tra differenti ambiti comunicativi.

Il problema della plastica e le sue conseguenze

Il tema della plastica e del suo impatto sugli oceani è trattato in modo incisivo nella docu-serie. Il regista de Carbuccia ha sottolineato l’aspetto inquietante della scoperta che micro e nanoplastiche sono ormai parte integrante della nostra vita quotidiana, compresi i corpi dei neonati. Questo fatto rappresenta una delle forme più estreme dell’Antropocene e pone interrogativi urgenti sulle condizioni in cui viviamo. Inoltre, la perdita di biodiversità e il cambiamento delle condizioni oceaniche sono segnali di allerta che non possono essere ignorati.

Nonostante la plastica sia un inquinante molto visibile, ci sono problemi ambientali meno evidenti ma altrettanto gravi, come il deterioramento delle barriere coralline, che sostengono una vasta varietà di specie marine. La rapidità con cui stiamo alterando l’oceano non ha precedenti e richiede una risposta urgente su scala globale.

Le nuove generazioni e la crisi climatica

Le giovani generazioni si trovano a dover affrontare la crisi climatica in modo diretto e percepiscono un peso emotivo significativo. De Carbuccia ha osservato che i giovani sono più consapevoli e informati, ma questa consapevolezza porta con sé preoccupazioni di natura psicologica. Molti di loro si trovano a dover convivere con l’ansia di un futuro in cui gli ecosistemi naturali sono minacciati, un pensiero che prima era estraneo alle generazioni passate.

Le conseguenze di questa nuova mentalità possono condurre a nuove pratiche e filosofie di vita, tuttavia la pressione emotiva che ne deriva è notevole. De Carbuccia ritiene che chi ha strumenti comunicativi debba contribuire a supportare questi giovani, riconoscendo il carico che si trovano a gestire. L’arte e la comunicazione hanno il potere di favorire un cambiamento culturale necessario, fornendo un supporto e una piattaforma a queste nuove voci. Questo sforzo comune può risultare cruciale per affrontare le sfide ambientali del nostro tempo.

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