Achille Costacurta, il figlio di Martina Colombari e Billy Costacurta, ha recentemente condiviso la sua storia in un’intervista con Silvia Toffanin a Verissimo. Il giovane ha parlato apertamente del suo passato turbolento, caratterizzato da momenti difficili e sfide personali che ha finalmente superato.
Riflessioni su un passato difficile
Durante la trasmissione, Achille ha descritto il suo vissuto come un periodo buio, ma ora lo guarda con la consapevolezza che quell’epoca è alle sue spalle. Ha ricordato i primi anni della sua vita come sereni, enfatizzando l’amore e il sostegno ricevuti dai genitori. Tuttavia, la sua adolescenza è stata segnata da una serie di eventi negativi che lo hanno portato a prendere decisioni sbagliate.
Achille ha rivelato che le prime difficoltà sono cominciate durante le scuole medie. Qui ha iniziato a percepire le regole come ingiuste, manifestando segni di ribellione. A soli tredici anni, ha iniziato a fare uso di sostanze stupefacenti e ha subito una serie di episodi problematici legati alla legge, che lo hanno portato a essere arrestato e rinchiuso in un istituto minorile per un lungo periodo.
L’esperienza dell’istituto è stata pesante, come descritto dallo stesso Achille, che ha raccontato delle visite mensili dei genitori e delle lettere affettuose che sua madre gli inviava. Questi segnali di sostegno materno gli hanno permesso di mantenere un legame anche in un contesto così difficile.
Un risveglio inaspettato e il percorso verso la guarigione
Tra i momenti più critici della sua vita c’è stato un episodio drammatico legato all’uso di metadone, che ha portato Achille al coma. Una fase che, purtroppo, ha evidenziato la gravità della sua condizione e la necessità di un intervento serio. Al risveglio, ha trovato i suoi genitori in lacrime, increduli per il fatto che fosse riuscito a tornare indietro da un abisso profondo.
Successivamente, Achille ha dovuto affrontare numerosi trattamenti e ricoveri. Ha parlato di sette trattamenti sanitari obbligatori (TSO) e dell’uso di farmaci antipsicotici, specificando che questi ultimi non erano adatti alla sua situazione. La sua lotta personale lo ha portato a viaggiare fino in Svizzera, dove ha ricevuto diagnosi e cure più appropriate, compresa la scoperta dell’ADHD, che ha cambiato il suo approccio alla terapia.
Il giovane ha sottolineato quanto sia stato fondamentale quel passaggio e come ora riesca a gestire meglio la sua vita. Si dedica attivamente alla palestra, svegliandosi presto ogni mattina, e ha trovato stabilità e serenità .
Sognare per il futuro: l’impegno verso gli altri
In chiusura della sua intervista, Achille ha condiviso un sogno che lo accompagna: aprire un centro per ragazzi disabili. Questa aspirazione nasce dalla sua esperienza e dalla volontà di restituire qualcosa di significativo alla comunità . L’anno prossimo, intende intraprendere un percorso di studi in pedagogia, al fine di approfondire le sue conoscenze e mettere in pratica ciò che ha appreso nel suo cammino di recupero.
Achille ha concluso affermando che la lotta per la vita non finisce mai e che il tempo rappresenta la cosa più importante. Il suo racconto è un esempio di resilienza e cambiamento, dimostrando che è possibile superare anche le esperienze più difficili e ritrovare un senso di speranza e obiettivi futuri.
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